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Cosa mangiare in Georgia

Devo fare una confessione: per quanto ami viaggiare e provare nuovi cibi e piatti tipici, la cucina che preferisco rimane sempre quella italiana. Lo so, non è sempre facile ammetterlo, ma so che sotto sotto molti di voi concorderanno con me. Dopo questa difficile ammissione ne debbo fare un’altra: solo una cucina al mondo ha fatto tremare vistosamente il podio nostrano, quella georgiana.

Premessa: il mio amore per la cucina georgiana è nato in un ristorante a Budapest più di un anno fa, dove siamo capitati un po’ per caso un po’ perché la pioggia invernale ungherese non si augura a nessuno. Lì, tra paesaggi mozzafiato appesi alle pareti e una bevanda verde al dragoncello, abbiamo deciso di visitare questo piccolo paese caucasico.

Il piatto più famoso della cucina georgiana, che abbiamo mangiato a bizzeffe, è sicuramente khachapuri. Khachapuri è una sorta di pane cotto al forno a legna con un ripieno di formaggio, uova e burro. Questa è la versione più comune e conosciuta anche all’estero, assaggiata anche a Budapest. Kutaisi, la città dove alloggiavamo, si trova nella regione Imerezia e lì hanno un loro khachapuri personale, detto appunto imeruli, che ricorda vagamente la nostra focaccia di Recco (lettori liguri non uccidetemi, ho detto “vagamente”!). Il formaggio, chiamato sulguni, ha un sapore fresco e salato, paragonabile forse a quello della feta. Mangiato da solo è fantastico, purtroppo non sono ancora riuscita a trovare un formaggio simile qua in Ungheria.

A destra il mio khachapuri preferito, imeruli.

La prima sera, il proprietario dell’albergo ci ha invitati insieme a una coppia di turisti ucraini a mangiare in un ristorante di proprietà di alcuni suoi amici. Non potevamo farci sfuggire l’occasione! A parte i disagi linguistici della serata (sembravamo una rivisitazione della classica barzelletta: “ci sono un’italiana, un ungherese, un georgiano e due ucraini al ristorante…”), la cena è stata fantastica. Zali, il padrone di casa, ci ha spiegato come mangiare “alla georgiana”: in sostanza, si ordinano diverse pietanze e si condividono con i commensali. In pochi minuti il tavolo si è riempito di piatti e cibi diversi, roba da fare invidia al cenone di Natale.
Una delle cose che mi sono piaciute di più sono sicuramente i mitici khinkali, dei ravioli di dimensioni notevoli, ripieni di carne e brodo. Per mangiarli ed evitare che ti esplodano in faccia (cosa che ovviamente mi è successa), bisogna prenderli per la parte più stretta in alto capovolgendoli, bere il brodo e mangiare il raviolo ripieno. Se avete una bocca grande stile lupo di cappuccetto rosso, potete anche risolvere tutto con un solo boccone. Io li ho provati solo con carne, ma so che esistono anche le versioni vegetariane con funghi o formaggio. Il piatto preferito del mio compagno, invece, si chiama ostri ed è una sorta di stufato di manzo piccante immerso nella salsa di pomodoro, condita a sua volta con varie erbe e spezie quali coriandolo, alloro, basilico, aglio e peperoncino. Ecco qua i nostri eroi della serata:


Oltre a queste due ottime pietanze, abbiamo mangiato un po’ di tutto, dalle melanzane ripiene di salsa di noci a delle polpettine fatte di verdure – spinaci, barbabietola o cavolo – e le immancabili noci. Il tutto accompagnato da un vino georgiano bianco dolce, chiaramente homemade.

Un’altra particolarità georgiana l’abbiamo assaggiata al mercato centrale di Kutaisi, uno dei luoghi migliori per conoscere la cultura di questo meraviglioso paese. Mentre ci perdevano tra i labirinti di bancarelle, una donna ci ha letteralmente placcati per farci assaggiare i cosiddetti churchkhela. A prima vista sembrano delle salsicce appese, ma in realtà non sono altro che noci, mandorle o nocciole letteralmente insaccate in un involucro fatto di succo di frutta dolce e farina. All’inizio il sapore è un po’ strano, sicuramente insolito, ma dopo il primo morso mi sono appassionata di queste salsicce fruttate e ne ho comprate un paio, una al gusto fico davvero favolosa. Non contenti, abbiamo provato anche una specialità che sinceramente non saprei come descrivere. Apparentemente sembrava un canovaccio colorato, ma dopo un primo assaggio e una spiegazione in un misto tra il mio terribile russo e l’inglese discutibile della donna al banco, abbiamo scoperto che non è altro che polpa di frutta seccata al sole e appiattita, chiamata tklapi. Se non amate particolarmente i dolci, vi sconsiglio il gusto kiwi, era veramente troppo zuccherato, almeno per i miei gusti. Ecco come si presentano:

 

Aggiornamento 1/12/2016
Dopo essere tornati da un secondo viaggio nel Caucaso e, ho dei nuovi piatti tipici da consigliarvi. Anche in questo caso, impossibile non leccarsi i baffi.
In un ristorante a Tbilisi abbiamo assaggiato il cosidetto gebzhalia, ossia una sorta di formaggio fresco insaporito con foglie di mente. Il sapore è rinfrescante e leggero, davvero delizioso. Ci hanno spiegato che inizialmente il formaggio si presenta in forma solida, poi viene fatto bollire diverse volte fino ad assumere una consistenza molle. Dopo di che, viene lavorato con le mani e insaporito menta, sale e pepe. Buonissimo!

Immancabile come sempre, abbiamo assaggiato due nuovi tipi di khachapuri. Il primo viene chiamato megruli: è molto simile al già citato imeruli, solo che il formaggio, invece di essere inserito all’interno dell’impasto, viene posto in cima, come se fosse la mozzarella sulla pizza. Fantastico, ma vi consiglio di dividerne uno in due se possibile, altrimenti dovrete aprire il bottone dei jeans!
L’altra varietà si chiama lobiani e può essere sia di pasta di pane sia di pasta sfoglia. In questo caso, invece del formaggio, dentro troviamo una pasta di fagioli, spesso accompagnati da prosciutto affumicato. Anche qui, slacciatevi le cinture e preparatevi a vedere il bottone dei vostri pantaloni saltar via come per magia!

L’ultimo piatto del mio “Cosa mangiare in Georgia 2.0” è un dolce tipico, simile al già menzionato churchkhela. Si tratta di una sorta di budino, ottenuto mischiando succo d’uva, zucchero e farina. Solitamente si serve con delle noci tritate, il risultato è davvero pazzesco, mai mi sarei aspettata un sapore così buono, intenso ma delicato allo stesso tempo. Ecco qua una foto del mio amato pelamushi:

cosa mangiare georgia pelamushi

Pelamushi

Sono già in crisi d’astinenza di questa bontà!

Da bere, non posso che consigliarvi il nostro primo amore, la mitica bevanda al dragoncello, il tarhun:

cosa mangiare bere georgia tarhun

Spero di averti fatto venire voglia di cucina georgiana, quasi quasi nel fine settimana vado al “galeotto fu” ristorante vicino casa…

Avete mai assaggiato un piatto georgiano? Sono curiosa di sentire le vostre opinioni!

21 pensieri su “Cosa mangiare in Georgia

  1. Silvia Demick ha detto:

    Ho solo assaggiato del vino georgiano e del formaggio di cui non ricordo il nome (un formaggio conservato in una sorta di otre di terracotta, se non sbaglio). Il tutto in occasione di una fiera qui in Italia, ma a parte questi due prodotti non ho mai provato la cucina georgiana. Sembra tutto buonissimo!

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  2. Alessia ha detto:

    Favolosa la cucina georgiana! Purtroppo non ho mai mangiato niente del genere. Mi hanno molto incuriosito l’imeruli e i ravioli con dentro il brodo… Che tu sappia a Roma c’è un ristorante che proponga questo tipo di cucina o che le somigli?

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