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Viaggio nei Balcani: cosa mi è piaciuto e cosa no

Come avrete già intuito dalla mia pagina Facebook e dalle mie impressioni nero su bianco su Sarajevo, ho amato con tutta me stessa i miei 11 giorni a zonzo nei Balcani. Il viaggio, organizzato alla bell’e meglio in pochi giorni, mi ha regalato delle emozioni uniche facendomi scoprire tante cose nuove, su me stessa e sui luoghi visitati.
Chi mi legge sa anche che non ho una particolare simpatia per i blogger che trovano tutto bello e raccontano le loro avventure aggiungendo fiocchetti da una parte e fronzoli dall’altra. Proprio per questo ho deciso di inserire nello stesso post le mie impressioni, sia positive sia negative, sulla mia piccola pausa balcanica.

Cose che mi sono piaciute:

  • La gente. Non potevo che mettere questa voce come prima della lista. La gentilezza e la disponibilità delle persone incontrate sono state un tocco al cuore. Avrei decine di esempi da riportare: dalla vecchietta minuta e canuta in tram a Sarajevo che, vedendomi in difficoltà con l’obliteratrice non funzionante, mi ha dato il suo biglietto timbrato mentre scendeva dal veicolo fino ad arrivare all’uomo a Mostar che, senza sapere una parola di inglese, mi ha regalato una mappa della città per strada solo perché avevo uno zaino e lo sguardo perso da turista. Tutto sempre con il sorriso sulle labbra. Vivendo in Ungheria, dove i sorrisi sono diffusi quanto il Santo Graal, là mi sono sentita veramente a casa.

    sarajevo balcani viaggio

    Giocatori di scacchi, Sarajevo.

  • Le fontane. Ci sono fontanelle di acqua potabile ovunque, soprattutto in Bosnia. Questa cosa mi ha riempito di gioia sia perché potevo comodamente riempire la mia bottiglia evitando di comprarne continuamente e di riempire il mondo di ulteriore plastica, sia perché vengo da Roma, dove ci sono più fontane (i famosi “nasoni“) che fermate dell’autobus. Anche qui, mi sono sentita a casa.
  • Il clima. Ok, questa può essere soggettiva, ma io adoro il caldo. 40° gradi venite a me, come direbbe Sailor Moon. So di essere una voce un po’ fuori dal coro, ma nel caldo mi sento a mio agio. Certo, sudare lo trovo fastidioso e a volte anche imbarazzante, ma la bellezza dei Balcani sta proprio nel suo clima secco. A Mostar c’erano 39° gradi durante il giorno e sì, il caldo si sentiva, ma non c’era quell’afa asfissiante tipica delle nostre cittadine.
  • I prezzi. Chiamatemi taccagna, chiamatemi Zia Paperona, ma a me piace viaggiare in posti economici. Lavorando a Budapest purtroppo non ho uno stipendio altissimo per gli standard europei, quindi cerco sempre di risparmiare dove posso. In questi giorni, però, mi è capitato il contrario di ciò che accade di solito: mi sono quasi sentita in colpa per aver speso così poco. In Montenegro, dopo giorni di burek e cevapcici, mi è presa una voglia improvvisa di pizza (mea culpa!). Sono entrata in un forno e ho chiesto una margherita tonda al tavolo. Devo ammettere che sono rimasta sorpresa dalla bontà, ma sono rimasta ancora più di sasso quando mi hanno portato il conto: ben 1€!
  • Il cibo. Ricordo tempo fa mi imbattei in un post sull’Albania dove l’autrice chiedeva ai proprio lettori: “Ma voi li avete mai assaggiati i pomodori che sanno davvero di pomodoro? Io sì, in Albania” (a proposito, autrice misteriosa, se dovessi riconoscerti nelle mie parole fammi un fischio che metto il link all’articolo!). Ecco, anch’io ho provato le stesse sensazioni, in tutti e tre i paesi visitati. Oltre alla carne buonissima, ho assaggiato degli ottimi formaggi, verdure, frutta, prodotti da forno, baklava, yogurt, persino le patatine fritte avevano una marcia in più!
  • Il multiculturalismo. Vedere gente di diverse etnie e religioni convivere nella stessa città mi fa sempre felice. Soprattutto in una regione delicata come i Balcani, dove le (presunte) differenze religiose/etniche hanno dato via a una delle guerre più sanguinose del nostro secolo.

    multiculturalismo monumento sarajevo balcani

    Monumento al multiculturalismo, Sarajevo

Cose che non mi sono piaciute:

  • La sporcizia. Non tanto in Bosnia, quanto in Montenegro e in Albania. Mi piangeva il cuore vedendo posti bellissimi con della spazzatura sparsa qua e là. La città dove alloggiavo in Montenegro, Ulcinj, era veramente sporca, compresa la sua spiaggia principale. Non so se questo dipenda da una cattiva amministrazione, dalla mentalità o da un misto di entrambe come in Italia. Però devo ammettere la delusione.
rozafa castello scutari albania

Tramonto dal castello di Rozafa, Scutari

  • I tassisti. Ok, qui cercherò di non fare di tutta l’erba un fascio, diciamo quelli che sono capitati a me. A Sarajevo il tassista mi ha chiesto il doppio di una normale corsa, ho provato a contrattare ma stava per lasciarmi là, a mezzanotte e da sola alla stazione degli autobus. Salita in macchina, il genio non riusciva a trovare l’ostello, si è perso svariate volte e ha persino chiesto indicazioni a un passante. Una volta trovata la via misteriosa, mi ha detto “dammi i soldi” in un tono da far rabbrividire chiunque, mi ha fatto scaricare lo zainone da 10 kg da sola e mi ha mollata là, prima che potessi suonare il campanello. Un vero gentleman. In Albania un tassista mi ha chiesto dove volessi andare e io “Sto aspettando l’autobus per Durazzo” e lui prontamente in italiano: “Non esiste quell’autobus, devi venire in taxi con me!”, insistendo in maniera invadente. Io ho ringraziato e ignorato la proposta. Dopo dieci minuti di attesa, ho preso il mio autobus pagando 1/4 della cifra offerta dal tassista. Io sono malfidata per natura, ma una persona con un po’ più di fiducia verso il prossimo probabilmente ci sarebbe cascata e avrebbe seguito quell’uomo. Ok che gli affari sono affari, ma mentire è davvero necessario?
  • Le api e le vespe. Anche qui soggettività alle stelle. Dovete sapere che non sono una grande amante di questo genere di insetti, soprattutto perché le loro punture (almeno quelle delle api) per me equivalgono a reazioni allergiche, antibiotici e cortisone. Ecco, nei Balcani era letteralmente pieno di questi simpatici insetti, soprattutto di vespe. Impossibile aprire una confezione di cibo e non trovarsele accanto con i loro occhietti famelici!
  • La colazione in ostello a Mostar. Ma io dico, passi il pane fritto, passino le salsicce, passino le uova, ma i bastoncini di pesce a colazione perché??
mostar colazione

Una sola domanda: perché?

Avete mai visitato luoghi che vi hanno entusiasmato tanto? Avete mai fatto una colazione assurda come quella qua sopra? Sono curiosa di sentire le vostre opinioni!

18 pensieri su “Viaggio nei Balcani: cosa mi è piaciuto e cosa no

  1. Silvia Demick ha detto:

    Ciao Giulia! Sei rientrata a Budapest?
    I gesti di gentilezza come quello della vecchietta che ti offre il suo biglietto è bello, sopratutto se pensi che in altri posti la gente non si ferma nemmeno quando vuoi chiedere indicazioni stradali!
    Sono curiosa di saperne di più sul cibo che hai provato durante il tuo viaggio.
    Api e vespe??? Aiuto, io oltre ad averne il terrore sono pure allergica alle punture di vespa quindi forse questo aspetto mi frenerebbe dall’idea di organizzare un viaggio da quelle parti. Hai reso bene l’idea: le vespe ti guardano con occhi famelici 😉

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    • Giulia ha detto:

      Scriverò qualcosa anche sul cibo, merita davvero! Riguardo la situazione api/vespe penso sia una cosa gestibile. Certo, bisogna stare attenti soprattutto per chi è allergico, ma tutto sommato ritengo sia fattibile. Io in tema di punture di insetti/animali strani sono una sfigata cronica, eppure questa volta sono sopravvissuta! Al massimo, per evitare queste bestiole, si può viaggiare in autunno/inverno 😀

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  2. Alessia ha detto:

    Neanche a me piacciono quelli che infiocchettano i luoghi visitati, quindi leggo i tuoi racconti sempre molto volentieri, soprattutto perché parli spesso di realtà sconosciute come, appunto, i Balcani. Già mi era piaciuto il tuo primo articolo, con questo mi hai messo, se possibile, ancora più curiosità sull’intraprendere un viaggio qui che non immagino facile.
    Adoro quando trovi persone che ti aiutano spontaneamente,lo trovo stupefacente, è un gesto che ogni volta mi disarma. Mi sarei spaventata a morte con quel tassista. Sei stata coraggiosa a viaggiare da sola. Aspetto anche io il post sul cibo! Ciao Giulia, scusa il papiro

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  3. Valentina ha detto:

    Ciao Giulia, sogno un giorno di visitare queste terre ma al tempo stesso ne so poco o nulla. Il gesto della vecchina mi ha fatto molta tenerezza, mi ricorda quando a Istanbul un ragazzino ha pagato la corsa ad una signora in difficoltà… ed io mi sono sentita una pezzente. Sui tassisti invece farei proprio di tutta l’erba un fascio…dove vai vai…devi avere occhi apertissimi e stare attenta perchè provano sempre a fregarti! Anche a Dublino sai… stavamo aspettando il bus (già pagato perchè avevamo un biglietto round trip) e si saranno accostati in tre o quattro, alcuni ci hanno detto che l’autobus non sarebbe passato! Ma vàààà… alla fine tutto il mondo è paese! Hai scritto margherita ad un euro? Devo decisamente visitare il Montenegro! 🙂

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    • Giulia ha detto:

      Vero, con alcuni tassisti non sai mai cosa aspettarti. Fortunatamente ne ho incontrati anche tanti onesti, ma preferisco sempre avere quattro occhi (anzi, li ho davvero: i miei occhiali!). Riguardo le gentilezza inaspettate, viaggiando ho notato che la gente che ha o ha avuto meno è pronta a darti tutto. Questa cosa mi commuove e mi fa sentire a disagio allo stesso tempo. Ma anche queste sono lezioni di vita! 🙂

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  4. ingirovagandomum ha detto:

    ultimamente ho sviluppato una fortissima attrazione per i Balcani e spero di poterli visitare prima o poi. Sono d’accordo con te che occorre raccontare i posti per quello che sono e non solo il lato patinato o da copertina.

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