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Busójárás, il carnevale in Ungheria

Venendo da un paese come l’Italia che ama il carnevale, l’Ungheria è stata un po’ un trauma: niente maschere, niente carri, niente coriandoli in giro per le strade per giorni interi. Fortunatamente, però, proprio in questo periodo c’è un evento simile, una celebrazione particolare, inserita tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCOche finalmente quest’anno sono riuscita a vedere.

Busójárás si svolge a Mohács, una cittadina al sud dell’Ungheria, vicinissima al confine croato, molto importante a livello storico. Qui, infatti, si svolsero due battaglie fondamentali per la storia dell’Ungheria: una nel 1526, che sancì l’inizio dell’occupazione ottomana, e una nel 1687, che spedì il Gran Visir e tutta la sua corte a casa, decretando così la fine della dominazione turca.

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L’arrivo dei carri

Ci sono varie leggende sulla nascita di questa tradizione. Secondo la versione più popolare, durante l’occupazione turca del territorio di Mohács, i suoi abitanti, spaventati, andarono a rifugiarsi in una palude, per scampare alla furia ottomana. Una notte, apparve un uomo misterioso che ordinò ai suoi (forse) concittadini di smettere di nascondersi, uscire fuori, procurarsi armi e maschere, fare più rumore possibile e finalmente cacciare via l’invasore straniero. Così come apparve, il profeta misterioso sparì. Gli abitanti di Mohács non se lo fecero ripetere due volte: approfittando di una notte buia e tempestosa, indossarono le loro maschere inquietanti, scesero in strada e fecero talmente tanto baccano da far scappare i turchi con la coda tra le gambe. In realtà, come sappiamo dalla storia, le cose non andarono proprio così: Mohács rimase sotto l’occupazione ottomana per ben 161 anni. Secondo un’altra leggenda, forse più veriteria ma meno coinvolgente, le maschere dei “Busó” servirebbero a spaventare il gelido inverno.

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La marcia dei Buso

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Buso che offre alcol di dubbia qualità

Anche se la nascita è un po’ incerta, una cosa invece è sicura: partecipare al Busójárás è un evento unico e irripetibile. Questi bestioni pelosi con delle maschere intagliate nel legno, delle spaventose corna, con gli immancabili campanacci accompagnati dal cacofonico suono della raganella, riescono a fare breccia anche nel più gelido dei cuori. La loro simpatia e la loro presenza non passa certamente inosservata. Prima di addentrarmi per le vie della cittadina, non sapevo che anche le donne indossassero un costume tipico, con una maschera sugli occhi simile a quella della nostra Colombina. Anche loro, in una maniera più elegante, sfidano e cacciano il gelido morso dell’inverno.

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Buso e la compagna

Busójárás si svolge principalmente tra Giovedì e Martedì Grasso, anche se la grande celebrazione è chiaramente nel weekend. La domenica, giorno della nostra visita, la giornata si svolge in questo modo: alle 13, alcuni Busó sono arrivati in barca dall’altra sponda del fiume, la famosa zona paludosa della leggenda. Dopo di che, verso le 14, è iniziata la vera e propria marcia delle maschere, dove i vari gruppi di Busó, provenienti anche dalla Croazia e dalla Serbia, si sfidano a colpi di bastone, riferimenti sessuali espliciti, danze e goliardate varie. A marcia terminata, si va tutti in riva al fiume, dove verrà gettata in acqua una simbolica bara, rappresentante appunto l’inverno. Una volta tramontato il sole, si accende un enorme falò nella piazza principale e si balla e canta attorno al fuoco per ore.

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La sfilata verso il Danubio

Piccoli consigli per vivere questa festa al meglio:
– Portatevi dell’acqua e delle scarpe comode, si cammina e si sta piedi parecchio.
– Vestitevi a strati, nonostante si festeggi “la fine dell’inverno”, la primavera è ancora bella lontana. Appena tramonta il sole, il freddo c’è e si sente!
– Armatevi di santa pazienza: la città è piena di gente, per fare 300 metri ci vorranno anche 20-30 minuti!
– Non prendetevela se i Busó saranno un po’ volgari: il carnevale è sempre il carnevale, da qualsiasi parte del mondo lo si festeggi. E ve lo dice una che ha ricevuto una bella palpata a mano aperta nelle ciapet da parte di Busó troppo zelante.
– Assaggiate lo street food! Io ho provato un hamburger di carne di cervo, accompagnato con verza in agrodolce. Una delizia!

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Io e un Buso. No, non è stato lui a palpeggiarmi

Vi lascio un video trovato su YouTube su questa bellissima celebrazione:

Che dire, sono ancora in estati per la giornata appena trascorsa. Conoscete qualche tradizione di Carnevale particolare in giro per l’Italia e per il mondo? Raccontatemi le vostre esperienze!

47 pensieri su “Busójárás, il carnevale in Ungheria

  1. Viaggio con la Fotografia - Ilaria Fenato ha detto:

    Io non amo particolarmente il carnevale, sarà che sono rimasta traumatizzata da piccola per le vie della mia città con bimbi strafottenti che volevano solo rubarmi festoni e bombolette spray; però mi piace vedere come si vive questa festa all’estero e questa mi piace parecchio! La palpata un po’ meno ma con tutto quel freddo immagino giri parecchio alcool XD

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  2. Alessia ha detto:

    I Busò mi hanno ricordato i Mamuthones sardi. Anche loro hanno maschere di legno sul viso e il corpo coperto di peli, ma anche campanacci che si muovono a ogni passo. Le trovo inquietanti ma pare siano molto antiche. Adoro queste tradizioni. Grazie per averne parlato. Ciao cara, buona serata.

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  3. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Anche io come Alessia ho fatto un’immediata associazione con le maschere sarde solo che questi Busò sono più in versione abominevole uomo delle nevi 😀 Come tutte le rievocazioni e le feste tradizionali anche questa ha una bella leggenda dietro che affonda radici nella cultura di un popolo hahahah che darei per ascoltarla dalle labbra di Sgarbi mentre un Busò gli fa la “mano morta” hahahh capra-capra-capra! 😛
    Buon martedì grasso anche lì da te! ^_^

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  4. Sa ha detto:

    Che cosa interessante! Io adoro il carnevale, e per anni ho sfilato in costume storico per quello di Santhià che non sarà blasonato come gli altri, ma è molto coinvolgente, soprattutto la sfilata notturna del lunedì. Ora che vivo in lombardia invece, devo aspettare qualche giorno per i festeggiamenti, il rito ambrosiano infatti ritarda di una settimana…

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  5. ladiesarebaking ha detto:

    Wow, non conoscevo assolutamente questa tradizione…bella e particolare!!! Mi piace tanto il fatto che si riescano a mantenere queste tradizioni negli anni…sono la nostra storia!!! A me il carnevale è sempre piaciuto solo che crescendo non l’ho più festeggiato…io anche se abito in Liguria sono a una mezz’oretta da Viareggio e da piccolina era una tappa fissa!!! Non ricordo di palpatine ahahahaha 😉

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  6. inworldshoes ha detto:

    Anche a me hanno ricordato i Krampus, anche se quelli mi spaventano di più di questi… la leggenda che ruota intorno a questo evento è molto particolare e mi piace, soprattutto la prima, anche se può risultare meno veritiera! Simpatica la maschera che ti ha toccato le ciapet…..con le maschere si sentono tutti più forti! ahahaha
    un bacione ❤

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    • Giulia ha detto:

      Ahah esatto! Ma vabbè, l’hanno fatto a tutti, uomini e donne, quindi mal comune mezzo gaudio 😀 vero, sono molto simili anche ai Krampus, anche quella è una manifestazione da inserire nella mia bucket list! Un abbraccio!

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  7. Claudia B. Voce del Verbo Partire ha detto:

    Mi piace questa tradizione! Devo dire che negli anni ho abbandonato il Carnevale, da piccola lo adoravo, ma poi semplicemente mi è “sfuggito un pò di mano”. Mi ci sono riavvicinata un paio di volte a Venezia e Fano, dove ho trascorso davvero belle giornate.
    Ma grazie a tanti racconti di viaggio come il tuo, sto scoprendo tradizioni e manifestazioni che mi colpiscono ed incuriosiscono davvero. Trovo straordinari questi eventi, a metà strada tra storia e superstizione!
    Volevo dirti: quella “deliziosa creatura super pelosa”, sia per il look che per gli atteggiamenti, mi ricorda tantissimo quei dispettosi dei Krampus, che arrivano dalle montagne a ridosso della festa di San Nicola. Uno di loro, anni fa, mi ha rubato la berrettina di lana, ci si è pulito il grosso popò, poi me l’ha restituita. Ho riso per giorni, non potevo crederci!!!!
    Un bacio,
    Claudia B.

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    • Giulia ha detto:

      Ahahah fantastici anche i Krampus, mi piacerebbe vederli prima o poi. Qua in Ungheria purtroppo non è tradizioni, magari mi sposterò nella vicina Austria per vederli 😉 ahah ma allora ce l’hanno con il popò, sarà una loro fissa! Un abbraccio cara!

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