gerbeaud dolci ungheresi

5 dolci ungheresi che valgono il viaggio

Faccio coming out: non sono un’amante dei dolci. Tra un vassoio di pizzette e uno di pasticcini, glisserei tranquillamente quest’ultimo per buttarmi sul salato. Non amo particolarmente la panna, le creme o i vari strati ai diversi tipi di cioccolato. Ecco, ora dopo questa confessione scabrosa potete depennarmi senza problemi dalle vostre letture quotidiane, ma prima date un’occhiata a questi 5 dolci ungheresi che valgono un intero viaggio. Li mangio volentieri anch’io!


Kürtőskalács

Sì, lo so, ve ne ho già parlato diverse volte, soprattutto nel post di The Food Traveler dedicato allo street food di Budapest, ma per me è il davvero il top dei dolci. Visto che ormai lo conoscete già, vi faccio un breve riassunto storico-culturale del Kürtőskalács, perché oltre a essere uno dei dolci ungheresi più famosi, questo squisito camino ha anche una bel retaggio culturale alle spalle. I primi Kürtőskalács risalgono addirittura al XV secolo. La prima ricetta scritta, però, fu ritrovata in un libro di cucina del 1784, pubblicato in Transilvania. Il dolce, durante i secoli, prese piede soprattutto nella Terra dei Siculi, territorio della Transilvania orientale abitato da gruppi etnici di lingua ungherese. Qui il Kürtőskalács fu ultimato e perfezionato nella versione che conosciamo oggi.

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è lui o non è lui? Ma certo che è lui! Photocredits: Corey Templeton – Flickr


Gerbeaud
Fortunatamente, non mi lascio ingannare dalle prime apparenze. Così come ho ripreso a leggere “Notturno indiano” dopo un primo inizio burrascoso, ho deciso di assaggiare nuovamente il Gerbeaud dopo averlo bollato come “troppo dolce per me”. Beh, il secondo tentativo è stato illuminante, ho iniziato ad apprezzare questo dessert come si deve. Il Gerbaud (o zserbó in ungherese) nasce da un’idea di Emil Gerbeaud, pasticciere svizzero. Questa golossisima torta è composta da diversi strati di pasta burrosa, riempiti di marmellata di albicocche, noci tritate e/o cioccolato. In cima, per completare l’opera, spunta un’omogenea glassa di cioccolato, leggermente croccante. Dove si trova il miglior zserbó di Budapest? Ma ovviamente al cafè Gerbeaud, una vera e propria istituzione in città.

gerbeaud dolci ungheresi

Gerbeaud o Zserbó. Photocredits: femina.hu


Palacsinta
Ovvero, le famose crêpes d’oltralpe. Però, al contrario dei nostri cugini francesi, gli ungheresi usano l’acqua gassata al posto del latte. A me piace molto la loro versione, la trovo molto più leggera e appetitosa. Normalmente, i “palacsinta” vengono farciti con marmellata, semi di papavero, ricotta dolce (chiamata turo) o noci tritate.
Vi consiglio due versioni per gustare le crêpes ungheresi al meglio. Occhio, però, qui l’indice calorico sale vertiginosamente. La prima variante sono i cosidetti “Gundel palacsinta” che prendono il nome dal loro creatore, il pasticciere magiaro Károly Gundel. Il palacsinta viene riempito di noci tritate e immerso in una colata di cioccolato fuso. Non dico altro. La seconda versione l’ho provata solo una volta, ma è bastata a riempirmi il cuore (e a piazzarsi sulle maniglie dell’amore): uno strato di palacsinta, uno di marmellata, uno strato di palacsinta, uno di noci tritate, uno strato di palacsinta, uno di ricotta dolce e così via fino a formare una vera e proprio lasagna di crêpes dolci. Favorite?

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Gundel palacsinta. Photocredits: courthouselover – Flickr


Flódni

Qui andiamo sul pesante. Della serie, fin qui abbiamo solo scherzato. In realtà questa fantastica torta nasce da un mix della cucina ungherese con quella ebraica. Infatti, potete reperire questo dolce principalmente nei ristoranti ebraici situati nell’omonimo quartiere, ma non escludo che si possa trovare anche da altre parti. Anche qui ci troviamo di fronte a una torta a strati, che ospita al suo interno semi di papavero, noci, purea di mele con cannella e marmellata di prugne. Ovviamente, ogni ingrediente ha il suo “scompartimento”. Vi dirò, l’ho mangiata solo due volte in questi (quasi) tre anni e non ne vado matta. Però se doveste mangiare in un ristorante ebraico qua a Budapest, cosa che vi consiglio caldamente, ordinatela e non ve ne pentirete. Magari però dividetela con qualcun altro!

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La spiegazione della mitica torta Flódni. Photocredits: Jessica Spengler – Flickr


Rákóczi túrós

Ho passato qualche serio minuto di indecisione prima di inserire quest’ultimo dolce. La mia prima scelta era stata la famosa torta Dobosz, ma ho realizzato giusto in tempo una cosa piuttosto rilevante: non l’ho mai assaggiata! Questo la dice lunga sul mio rapporto con i dolci. Quindi, per offrirvi un prodotto testato dalle mie papille gustative, ho inserito al quinto posto della mia lista il cosidetto Rákóczi túrós, o torta alla Rakoczi. La base è una morbida e burrosa pastafrolla, seguita da uno strato di túro, una sorta di ricotta dolce. In cima, troviamo marmellata di albicocche sormontata da una candida meringa. Sì, è dolce da morire, però quel cottage cheese leggermente acidino riesce a spezzare il sapore burroso della pastafrolla e lo zucchero della meringa. In sostanza, dessert promosso!

Bene, quanti kg avete preso leggendo questo post? Io sicuramente qualche etto durante la scrittura!

Conoscete dei dolci che valgono un viaggio? Fatemi sapere!

52 pensieri su “5 dolci ungheresi che valgono il viaggio

  1. Alla fine di un viaggio ha detto:

    Io, a differenza tua, sono iper golosa di dolci e leggendo questo post ho preso almeno un paio di chili. Quando andrò in Ungheria voglio provarli tutti e 5. Le crepes somigliano tanto alle palacinke balcaniche (che si trovano anche in Friuli Venezia Giulia), una bontà infinita. Come dolce che vale il viaggio, a parte cannoli, cassate, granite e robe pistacchiose varie in Sicilia, mi viene in mente sicuramente la Sachertorte di Vienna ❤ ❤

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  2. Raf ha detto:

    Che bontà! Anch’io preferisco il salato ma di fronte a queste opere d’arte pasticcera come rifiutare?!? Sono friulana e conosco bene le palacinke che si possono trovare anche in alcuni ristoranti di confine, ma mi attira molto il Gerbeaud…..prendo appunti per una prossima idea di viaggio.
    Dimenticavo…per me tutta la pasticceria napoletana (babà, sfogliatelle, delizia al limone, fiocco di neve, pasticciotto) vale un viaggio!

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  3. li2015 ha detto:

    I dolci ungheresi valgono il viaggio senz’altro! Ma a me arrivano direttamente qui, la mia migliore amica è ungherese, e grazie a lei ho la possibilità di conoscere tradizioni, cultura e luoghi e di soddisfare ogni curiosità. Mi è piaciuto molto il tuo articolo e l’abbinamento dolci-viaggio. Grazie ! 😊

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    • Giulia ha detto:

      Che fortuna, ti ricordi qualche prodotto tipico? Purtroppo ho fatto una classifica ridotta, altrimenti avrei inserito anche tutti i dolci di Natale. Magari per il prossimo post 😉 Grazie a te per essere passata!

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  4. Beatrice ha detto:

    Che bei ricordi Giulia! Sono stata a Budapest con la mia mamma l’anno scorso a Pasqua, il nostro primo viaggio insieme, ed uno degli unic per lei (dopo il viaggio di nozze eheheh). Abbiamo molto apprezzato la cucina ungherese, soprattutto i Kurtos alla cannella e i Langos mangiati al mercato..spettacolari! Credo di aver assaggiato anche la Flodnì, in un ristorante che proponeva piatti della gastronomia ebraica…però non me la ricordo, evidentemente non mi è molto piaciuta 😉 E poi ci siamo concesse un dolcetto al Cafè New York, da brave turiste 🙂

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    • Giulia ha detto:

      Che buoni i kurtos alla cannella, anche se i miei preferiti sono quelli alle noci 😀 esatto, secondo me il problema della Flodni è che ci sono troppi “ingredienti”, non si riesce a sentire il sapore delle noci, o delle mele, viene fuori un sapore omogeneo e basta. Parere personale 🙂 Avete fatto bene! Buon fine settimana cara!

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  5. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Kürtőskalács/Trdlo for President! 😛
    Per il resto…guardando la perfezione di quegli strati ho una riconferma che la carpenteria delle maestranze dell’Est è proprio da regola d’arte!
    Saresti la mia commensale perfetta sai? Ti cedo volentieri le vassoiate di roba salata se vuoi 😉

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  6. Silvia - The Food Traveler ha detto:

    Anche io a un vassoio di pasticcini preferisco dei salatini, ma di fronte a questi dolci potrei cambiare idea, senza nessun problema!
    Un dolce che vale un viaggio? Una cosa che ho mangiato in Norvegia e di cui purtroppo non ho segnato il nome: una specie di crepe molto dolce, avvolta su se stessa, ripiena di crema e di cloudberry. Buonissima!

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  7. Menti Vagabonde ha detto:

    Kürtőskalács!!! Assaggiato la scorsa estate!!! Ricordo anche delle ottime torte in un locale zona Sinagoga. Non so quale viaggio valga un dolce, a me piace assaggiarne sempre nei luoghi in cui vado sia per golosità sia per conoscere…ed apprezzare ancora di più il paese che mi ospita

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  8. Agnese - I'll B right back ha detto:

    Vabbè, ma come si fa a scegliere tra pizzette e pasticcini? Il mio cuore si divide esattamente a metà tra dolce e salato 😊 Ho assaggiato le prime la Gerbeaud e la Dobosz, mi ispirano molto le altre che hai nominato! Invece, se mi chiedessero quale sia il mio dolce preferito al mondo, io non avrei dubbi: il Kurtoscalacs. Lo amo! Potrei venire ad abitare in Ungheria solo per quello! Eheh

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    • Giulia ha detto:

      Ahah ti capisco, prima avevo uno stand di kürtős proprio davanti alla mia fermata del tram, non era poi così facile resistere! Fortunatamente poi hanno deciso di spostarlo 😛 Buon fine settimana!

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  9. Alessia ha detto:

    Anche io sono più amante del salato, ma con alcuni di questi dolci potrei fare un’eccezione…Conosco il primo, e lo trovo buonissimo, ma proverei anche la versione ungherese delle crepes 🙂

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  10. Sa ha detto:

    Il primo dolce è il mio preferito forse perchè “più leggero” degli altri, l’ho assaggiato la prima volta a Praga e poi durante il mio viaggio in Romania, lo vendevano ad ogni angolo con granelle varie tutto attorno, una delizia. POi è enorme!!!
    Per il resto, le crepes mi intrigano sempre, la versione con acqua gasata proverò a farla, quindi al posto del latte? Adoro inoltre come nei paesi dell’est sfruttino la frutta secca per dei super dolci.

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  11. inworldshoes ha detto:

    Io anche preferisco il salato al dolce! Però ci sono certi dolci a cui proprio non so rinunciare. Ad esempio adoro le crêpes e quelle ungheresi sembrano ottime.. Invece le torte troppo complesse come la Flodni non mi attirano, anche quelle super colorate che vanno tanto ora, chissà perché mi spaventano! Hahahahah un bacione giù! 🙂

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  12. Viaggio con la Fotografia - Ilaria Fenato ha detto:

    Anche io, come te, preferisco il salato; (ucciderei ora per un vassoio di tramezzini), però assaggio sempre i dolci quando sono in giro e questi mi attirano! Uno su tutti l’ultimo della lista forse perchè con la pasta frolla mi ricorda la crostata o la cheesecake, gli unici due dolci che mangio più che volentieri 😀 Spero di venire a Budapest quest’anno e provarne qualcuno!!

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  13. La Folle ha detto:

    Questi sì che sono ottimi motivi per visitare una città, altro che monumenti!
    Ok, ho scoperto la settimana scorsa che i trdlo non sono cechi come pensavo, ma sono ungheresi e si chiamano kürtőskalács, e in questo post ho trovato l’ennesima conferma. Però mi dispiace, il vero motivo per cui andrei di corsa a Budapest è il gerbeaud, seguito dalle crepes in versione ungherese.

    Comunque io oggi dovevo iniziare la dieta e ora ho voglia di dolce, accidenti a te! XD

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  14. Roberta ha detto:

    Leggere questo post a ora di pranzo è stato un grosso errore.. che fame!! I Kürtőskalács li conosco e li adoro, ma l’occhio mi è cascato sul Flódni. Credo che mi piacerebbe parecchio 😀

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  15. Celeste ha detto:

    Dovrei indicare il tuo post a tutti quelli che vengono quotidianamente “ingannati” a Praga con sta storia che il trdlo è roba ceca!!! Divertente come anche i palacsinta almeno nel nome siano similissimi ai cechi palačinky, che però mi confermano dalla regia sono fatti con il latte.
    Personalmente quello che mi fa più gola è senza dubbio il zserbó, sembra una vera delizia!

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    • Giulia ha detto:

      Sì le crepes sono simili a molte altri piatti dell’Europa dell’Est, però con l’acqua frizzante credo sia una priorità ungherese 🙂 il zserbó è buonissimo, una bomba calorica ma chi se ne frega 😀

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  16. Carmen ha detto:

    Non potevo non leggere e commentare questo post 😉 in quanto foodblogger. Bene ho sbavato, ho preso quei dieci chili e perso anche un po’ di decimi ahahahaha Sono stata a Budapest un weekend prima di Natale un paio di anni fa…mmmhhh che bontà i Kürtőskalács, un esperienza divina mangiarli mentre passeggiavo tra i mercatini natalizi. E poi si una colazione divina Gerbeaud, come dimenticarla. Io quando viaggio, assaggio tutti i piatti tipici sai dolci che salati…non sarebbe un viaggio completo. Mmh ogni dolce merita un viaggio…non saprei scegliere un dolce preferito in assoluto, così come non saprei scegliere tra dolce ma salato ma se proprio dovessi scegliere, essendo di origini campane, direi babà, pastiera e sfogliatella…ecco tra questi non posso proprio fare una scelta 😉

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  17. Lucy The Wombat ha detto:

    Nemmeno io sono una patita di dolci ma sto sbavando! Hai una foto anche dell’ultimo, per darci proprio il colpo di grazia? (o sono io che non la vedo?). Pensa che ho avuto per mesi una coinquilina ungherese, figlia di un cuoco tra l’altro, che però si fissava solo sullo stupido burro d’arachidi e al massimo le crepes. Mai che mi abbia parlato di queste cose!! Sennò andavo pure a trovarla 😀

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