Cosa vedere in Ungheria: il villaggio etnografico di Hollókő

Lo scorso weekend non era partito proprio con il piede giusto. Il programma era il seguente: prendere il treno e andare in giro tra i castelli della Slovacchia, sfruttando casa dei miei suoceri come appoggio, vista la loro incredibile vicinanza al confine slovacco. Purtroppo, però, la pioggia scrosciante del sabato ci ha frenati, mandando a monte tutti i nostri piani. Abbiamo tirato fuori Hollókő come meta alternativa, nel caso smettesse di venire giù acqua a secchiate. Beh, domenica il sole splendeva alto, quasi fosse un segno del destino. Abbiamo preso il bus e ci siamo lanciati all’avventura, per scoprire il villaggio etnografico di Hollókő.

Hollókő  – letteralmente pietra del corvo – è un incantevole villaggio etnografico, situato nella parte nord dell’Ungheria, in una regione “montuosa” per gli standard del paese (il picco più alto dell’Ungheria misura ben 1014 metri!). La particolarità di questo posto è indubbiamente la sua immutabilità. Girando per i piccoli centri e paesini ungheresi, è facile vedere delle costruzioni tutte uguale, case che sembrano fatte con la stampino. Ovviamente, questa monotonia dell’architettura risale all’epoca socialista, dove il funzionale superava decisamente il bello. A Hollókő, invece, le cose sono ferme a fine ‘800, sembra quasi che alcuni momenti tristi non siano mai successi. Il villaggio è un tripudio di semplicità e umiltà, un vero e proprio ritorno alle origini.

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Nel villaggio ci sono ben 55 edifici residenziali,  delle fattorie e una chiesa, dedicata a San Martino. Principalmente le strade sono due, una superiore e una inferiore, che si dividono davanti la chiesa e si ricongiungono alla fine del villaggio. Le particolari case bianche contornate da un legno molto scuro sono una prerogativa dei palóc, gruppo etnico ungherese originario di questa zona.

Non c’è un vero e proprio itinerario per visitare questo incantevole angolo di mondo, patrimonio dell’UNESCO dal 1987. Le strade sono solo due, una superiore e una inferiore, divise dalla bellissima chiesa in legno. Qui, gli abitanti di Hollókő vi apriranno la porta della loro casa (o del loro giardino), mostrandovi le loro creazioni o il loro passato. Per poco meno di 1€ potete visitare una casa tipica del luogo, un’abitazione di solo due stanze, una adibita a stanza degli ospiti, con decorazioni tipiche e corredo ricamato, mentre l’altra veniva utilizzata da tutta la famiglia.

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Una delle immagini più iconiche di questo villaggio

Da non perdere anche una visita al castello di Hollókő, raggiungibile a piedi dal villaggio in circa 10-20 minuti. La costruzione di questo bellissimo e imponente edificio risale al XIII secolo, successivamente all’invasione mongola, proprio per proteggere l’area da futuri ed eventuali attacchi. Purtroppo, il castello cadde qualche secolo dopo per mano delle forze dell’Impero Ottomano. Dopo la sconfitta di quest’ultimo, nel 1683, il castello e il villaggio vennero totalmente abbandonati. Pian piano, nel corso dei decenni, Hollókő iniziò a popolarsi nuovamente, dando vita a uno dei più belli e deliziosi agglomerati della zona. Questa è la storia ufficiale. La leggenda, invece, vuole che un giorno, tanto tanto tempo fa, un potente lord rapì una graziosa fanciulla, rinchiudendola nel suo castello. La tata di quest’ultima, una temibile strega pronta a tutto per recuperare la sua figlioccia, decise di riparare all’oltraggio facendo un patto con il diavolo. Una notte, gli aiutanti del diavolo, sotto le sembianze di corvi, rubarono tutte le pietre del castello del potente lord e le portarono in cima alla collina, iniziando così la costruzione del castello di Hollókő, appunto “pietra del corvo”.

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Vista dal castello

Non ho particolari consigli su cosa vedere o cosa fare in questo gioiellino ungherese. Camminate, ammirate la case bianche e nere, entrate nei piccoli musei e comprate qualche piccolo pezzo d’artigianato locale. Noi abbiamo portato a casa più che altro cibo, marmellate e prodotti da forno, ma se siete appassionati di cuoio o di oggettisca in legno, questo è il posto che fa per voi. Non posso assicurarvi che tutti parlino inglese, però tanto vale provarci, la gente di questo villaggio sarà più che contenta di fare quattro chiacchiere con voi.

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Una bottega artigianale

Il momento ideale per visitare Hollókő è sicuramente la Pasqua. Per questa celebrazione, gli abitanti rievocano un’antica usanza popolare, ancora oggi in voga: i ragazzi celebi tirano secchiate d’acqua fredda alle ragazze. Quest’ultime, per “ringraziarli” donano loro delle uova pasquali dipinte a mano. Il tutto, ovviamente, accompagnato da vestiti, canti e balli tipici del folklore dei palóc.
Curiosità: L’usanza del gavettone selvaggio pasquale è ancora in voga, ma con metodi più eleganti e meno invasivi, ovvero senza la secchiata diretta.

Come arrivare a Hollókő: da Budapest c’è un autobus diretto che parte verso le 8 dalla stazione Puskás Ferenc Stadion e arriva a destinazio verso le 10,30. La partenza da Hollókő è alle 4 del pomeriggio.

Spero che Hollókő vi sia piaciuto tanto quanto me. Conoscete altri villaggi etnografici sparsi per l’Europa o per il mondo?

34 pensieri su “Cosa vedere in Ungheria: il villaggio etnografico di Hollókő

  1. Celeste ha detto:

    Sembra di essere stati catapultati nel passato a vedere le tue foto, che bello! Non ho mai visitato posti simili, spero di riuscirci questa estate nel caso in cui andassimo in Repubblica Ceca in macchina. Voglio assolutamente visitare Holašovice, anche lui patrimonio UNESCO.

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  2. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Ma che simpaticoni che sono questi ungheresi! 😀
    Ma quindi questo villaggio è proprio abitato? Nel senso che gli abitanti non sono figuranti che tornano a casa loro alla chiusura del museo etnografico?
    Li sto scoprendo da poco questi musei open air e li trovo davvero bellissimi concettualmente. Se tutto va bene fra qualche mese vedrò quello della Lituania! 😉

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    • Giulia ha detto:

      Il villaggio è abitato, ma non credo che vivano tutti esattamente là, magari alcuni nei paesini vicini 🙂 Bello, io ho visitato un museo open air in Lettonia ed è stato molto interessante, magari ne parlerò prossimamente 🙂

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  3. inworldshoes ha detto:

    Se mi avessero tirato una secchiata d’acqua fredda li avrei ringraziati rincorrendoli col bastone! ahahaha
    Comunque questi villaggi sono speciali, l’ho capito dopo aver visitato Viscri in Romania. Mantengono un’aurea intatta di splendore che è legato alle tradizioni e al passato. Non c’è bisogno di vedere o fare chissà che, basta immergersi un po’ nella loro tipica bellezza!
    Splendido! ❤

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  4. Carmen ha detto:

    Wow, sembra di aver viaggiato nel tempo con questo post. Che luogo magico e io assolutamente voglio credere alla leggenda…mi piacciono tantissimo queste storie!!! Sono stata a Budapest un weekend un paio di anni fa prima di Natale, mi è piaciuta tantissimo ma so che l’Ungheria è anche molto altro. Mi piacerebbe un on the road attraverso questi luoghi sospesi nel tempo 😉

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  5. clodb81 ha detto:

    Ammazza che galanteria! Secchiata gelida e polmonite in cambio di uova pasquali decorate? Ci trovo appena una punta di maschilismo, ahahahahah! Giulia che bello questo ritorno virtuale a Holloko! Ho sognato e viaggiato con te, mi hai fatta ritornare indietro di ehm…cof-cof… %&$£ anni e provare l’emozione di passeggiare per quei vicoli. ADORO!
    Un bacione,
    Claudia B.

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  6. Chiara Pancaldi ha detto:

    Ciao Giulia, sai che l’Ungheria potrebbe essere la meta delle prossime vacanze estive? Se verrà confermata ti sommergerò di richieste! 🙂 Cmq questo villaggio l’avevo già inserito in un possibile itinerario!

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  7. Francesca ha detto:

    Che meravigliaaaaa ❤ "Curiosità: L’usanza del gavettone selvaggio pasquale è ancora in voga, ma con metodi più eleganti e meno invasivi, ovvero senza la secchiata diretta." AHAHAHAH grazie dell'avviso… se ci andrò per pasqua mi sarà utile!

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