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Vivere a Budapest: 10 shock culturali in Ungheria

Spesso vi racconto cosa vedere in Ungheria e cerco di farvi scoprire angoli di Budapest meno noti e fuori dai circuiti turistici. Ciò che invece manca in questo blog è una sana dose di “shock culturali”, frutto di tre anni di espatrio. Ho deciso di raccogliere le mie perplessità in questo post carico di ironia, sperando di strapparvi un sorriso.
Apriamo le danze:

Nome della madre da nubile

Uno dei primi shock per chi espatria è proprio la burocrazia. Non importa il paese, i temutissimi uffici dell’immigrazione sono sempre fonte di grande paura e insicurezza. Fortunatamente, la burocrazia ungherese non è così arzigogolata come la nostra, però ha una particolarità simpatica e anche un po’ bizzarra: in tutti i documenti ufficiali bisogna specificare il nome della propria madre, rigorosamente da nubile. Mia madre in Ungheria è una sorta di rockstar!

Vuoi sapere perché si usa il nome della madre da nubile sui documenti? Ne ho scritto qua su questo post su come trasferirsi in Ungheria.

Adesivo sul pane

Questa è una cosa che mi stupisce ogni giorno di più. Normalmente, in qualsiasi supermercato, si possano comprare delle belle pagnotte con un adesivo appiccicato sopra, direttamente sulla crosta. Inutile dire che, per toglierlo, bisogna tagliare via un pezzetto di pane, a meno che tu non voglia mangiare carta. Su questo foglietto dalla dubbia provenienza vengono indicati il tipo di pane, gli ingredienti e la data di scadenza. Un po’ fastidioso ma sicuramente utile.

adesivo pane shock culturali ungheria

Adesivo sul pane. Photocredits: derchef.hu

Torta di pannolini

Vedo che ora questo trend sta prendendo piede anche in Italia, ma io ho scoperto l’esistenza della torta di pannolini in Ungheria! Dovrebbe essere un regalo di buon auspicio per una kismama, una donna incinta prossima ormai al parto. A me lascia piuttosto basita come dono. Alla fine di ogni baby shower, mi rimane sempre un interrogativo piuttosto legittimo: ma quei pannolini, poi, si potranno usare?

Si beve prima del pasto

Qual è il miglior modo per prepararsi a un pasto abbondante, magari in famiglia o in vista delle feste? Fare digiuno preventivo? Fare tanto sport nei giorni precedenti? Ma no, in Ungheria si usa un trucco rustico e genuino, d’effetto immediato: uno shot di palinka (grappa derivata da frutti come albicocca, prugna, pera ecc.) di circa 40-50% prima di mangiare. Vedrete che fame dopo!

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La mitica Palinka. Photocredits: A. Agnes Morocz

Nel sushi non c’è pesce

Questo per me è stato uno degli shock culturali peggiori! Gli ungheresi hanno un rapporto molto complicato con il pesce, ne mangiano praticamente la metà rispetto ad altri paesi europei e per loro esiste (quasi) solo quello di lago. Beh, io amo il pesce, se potessi lo mangerei tutti i giorni. Il trauma per me è stato scoprire delle combinazioni di sushi veramente assurde come maki al vitello, nigiri con la frittata, barchette di sushi ai funghi, cetriolo e persino pollo grigliato. Ma il pesce dov’è? Ci sono alcune combinazioni con salmone e tonno, ma a volte sembrano quasi in minoranza!

Tutta la città deve sapere che fai la maturità

L’ultimo anno di liceo in Ungheria è particolarmente importante. Diciamo che tutti sanno che sei un maturando, impossibile non accorgersene. Gli studenti portano sempre con loro una coccarda con indicato l’anno accademico. Questo fiocchetto si trova ovunque, dalle giacche alle borse.  Pena: il fallimento degli esami, quindi meglio indossarla!

A fine anno, moltissimi negozi espongono in vetrina una sorta di foto di classe con tutti i volti e i nomi degli studenti, chiamato érettségi tabló. Ovviamente, ogni negozio espone una classe diversa. La prima volta che ho visto questo quadro in vetrina mi sono preoccupata, credevo fossero morti in qualche incidente! Il mio compagno, dall’alto della sua esperienza da ungherese DOC, mi ha tranquillizzata: sono solo poveri maturandi!

shock culturali ungheria

Un tablò d’epoca, del 1927. Photocredits: retronom.hu

Parole ambigue

In ungherese ci sono tantissime parole ed espressioni che fanno sghignazzare noi italiani. Per esempio, quando un cliente ti attacca il telefono in faccia, puoi urlare in mezzo all’ufficio: “Letette!” senza che nessuno ti prenda per un maniaco sessuale. Idem, se vuoi specificare di aver messo qualcosa dentro qualcos’altro (senza doppi sensi), qui l’espressione è “beletette!”. La parola “senza” si dice “nelkül“, penso di aver già reso l’idea. Una delle più divertenti, però, è la traduzione letterale di “noci tostate”. Visti i tratti un po’ blasfemi non la scrivo direttamente per non offendere la sensibilità altrui, potete trovare la traduzione qui.

D’estate si mangia il fritto

La cucina ungherese, si sa, non è proprio leggerissima. Quello però che mi lascia sempre perplessa è la loro dieta estiva. Normalmente, noi in Italia mangiamo più frutta e verdura, insalate di riso e tanti piatti freschi. Loro, invece, in estate friggono!

I cibi principali da mangiare al lago o alle terme all’aperto – l’Ungheria è una nazione senza mare – sono il langos e l’hekk, pesce impanato e fritto. Per carità, il langos (una sorta di pizza fritta con aglio, panna acida e per i più temerari anche formaggio fuso) è buono, però le temperature estive da queste parti sono piuttosto elevate, toccando a volte anche picchi di 37-38°.

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Il langos. Photocredits: Corey Templeton – Flickr

Gli orari dei negozi (e spesso dei servizi)

Probabilmente questo è un problema tipico di Budapest, dove le distanze sono maggiori e gli orari di lavoro diversi. Escludendo i supermercati (che stanno aperti circa 14-15 ore al giorno), i piccoli negozi e i servizi hanno degli orari veramente ridotti, a volte quasi ai limiti del ridicolo. Esempio: dalle 10 alle 17, il sabato (forse) dalle 10 alle 12, la domenica rigorosamente chiusi. Chi fa un lavoro d’ufficio 9-18 praticamente rimane sempre fregato, a meno che non voglia incastrare tutto il sabato o andare in un centro commerciale (che io odio).

Ti faccio un esempio pratico: vicino il mio primo appartamento, c’era un negozietto di vestiti usati vintage tanto carino, con delle cose adorabili. Beh, non sono mai riuscita ad andarci, era sempre chiuso, persino il sabato!

IVA

L’IVA qui è al 27%, il tasso più alto in Europa. Già questa semplice frase basta e avanza come shock!

Avete mai vissuto uno “shock culturale”? Raccontatemi pure!

62 pensieri su “Vivere a Budapest: 10 shock culturali in Ungheria

  1. Gipsy ha detto:

    bhe le parole ambigue sono meravigliose! shock culturali in Germania non direi tranne forse un limitato sopracciglio alzato quando sono andata alle terme e ho scoperto di doverci entrare nuda del tutto. anche in Alto Adige a dire il vero ma lì solo nella zona delle saune.

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  2. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Avevo il sorriso stampato sul viso fino all’ultimo punto: 27% d’Iva è un grosso, grossissimo shock culturale! O_o Credevo che certe negatività spettassero solo all’Italia e invece…
    Il grappino prima del pasto altro che shock, potrebbe essere la felicità di parecchia gente che conosco! 😀
    Articolo spassosissimo Giulia! 😉

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  3. iltuopostonelmondo ha detto:

    Ahaha bellissimo!
    L’etichetta sul pane ricordo di averla vista anche io ma sai che non so dove? XD
    Il sushi senza pesce invece è di una tristezza infinita ahahah però si rifanno con il fritto nel periodo estivo, devono rivedere un po’ di cose!
    Lo shock culturale più grande per me è sempre quello dell’orario dei negozi: abituata in una città come Roma capisci bene che è drammatico.
    Un bacione Giulia

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  4. Neogrigio ha detto:

    Oh cavolo questo si che è un post bellissimo. Spesso si parla di tutto tranne che di queste chicche che da sole ti danno una migliore immagine del luogo. grazie.
    PS sto pane pieno di aglio l’ho provato anche io….bleah!!!!

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  5. Alessia ha detto:

    Ahahahah! Fantastiche le parole ambigue! E io che che speravo ci fosse l’audio per la traduzione di “noci tostate” e continuavo ad aggiornare la pagina..ahahaah!! Bellissimo post Giulia, molto interessante e spassoso…Certo però, che rosicata il negozietto vintage sempre chiuso!!

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  6. katyonabc ha detto:

    Ok, il bicchierino alcolico ci sta tutto e apprezzo; il fritto, poco, ma capisco (m’è venuta fame mentre leggevo la descrizione di quella pizza fritta); la torta di pannolini non l’ho capita, cioè è una torta torta? Non me la riesco a immaginare! Sulle parole ambigue sono morta! :’) Sui maturandi… ok ci sta. L’orario dei negozi? In effetti è un po’ ristretto, ma pure qua a Berlino se la prendono comoda. Mi sto abituando. Arrivata alI’IVA volevo piangere. L’adesivo sul pane non lo condivido, ma vabbe’.
    Io in Cermania, come shock culturale ho avuto il nudismo. Cioè a Berlino c’è la cultura del corpo nudo, quindi è anche normale andare in un parco e vedere uno nudo sdraiato a prendere il sole. M’è capitato solo una volta, quando ci venni in vacanza. Da quando ci vivo, invece, solo al lago. Comunque mi sono abituata. Non ci faccio nemmeno più caso. Un’altra cosa di Berlino, alla quale ancora non mi abituo, è la rudezza tipica dei berlinesi in certe situazioni. Se ti devono dire qualcosa te la dicono diretti diretti e poco diplomaticamente. Venendo dall’Inghilterra, dove invece essere gentili è un must in ogni situazione (gli inglesi magari esagerano pure eh, però li preferisco), ho notato molto questa differenza. 🙂

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  7. Silvia - The Food Traveler ha detto:

    La cosa di bere prima del pasto mi piace tantissimo! Mi sa che adotterò anche io questa abitudine 😉
    Invece quella del tabló in effetti sembra una specie di manifesto funebre: alla faccia della felicità di diplomarsi!
    Sto ancora ridendo per le noci tostate…

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  8. Menti Vagabonde ha detto:

    Ahahah! Molto divertente, quelle cose fritte le ho viste la scorsa estate, non ho avuto il coraggio di mangiarle, troppo caldo!!! Amo Budapest!

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  9. Celeste - *BeRightBack ha detto:

    Ho adorato questo post Giulia. Curiosità e shock culturali sono le cose che più rimangono impresse di un paese, almeno a me. Sono morta con le parole ambigue xD in ceco ce n’è una semplicissima, ovvero “ano” che significa semplicemente “si”. Ma anche a rovescio, da loro il nostro curva a tutt’altro significato….
    Lo shock culturale peggiore che ti avevo già accennatto è che sti disgraziati, oltre ad usare spesso una pasta (marca tedesca Panzani, leggermente fuorviante) che cuoce in nemmeno 4 minuti (…) la condiscono con ketchup. Anche Pavel lo faceva… per fortuna negli ultimi anni, soprattutto con l’apertura di molti ristoranti italiani di buon livello, il fenomeno è diminuito.

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    • Giulia ha detto:

      Ahaha ma come “ano” 😀 😀 anche in Ungheria “kurva” vuole dire tutt’altro. La pasta co il ketchup mamma mia proprio no, qua fanno la pasta con lo zucchero…terribile! (forse dovevo aggiungerla negli shock culturali! :D)

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  10. Daniela - The DAZ box ha detto:

    Che bello questo articolo! Comincio subito col dirti che anche a me regalarono una torta di pannolini e fu davvero utile perché i pannolini erano veri ed utilizzabili! L’adesivo sul pane non lo capisco proprio, perché sacrificare la materia prima per non usare una pellicola di plastica? Molto ambientalista come cosa ma un peccato per il pane. Vabbè…a questo punto…belletette!!

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  11. inworldshoes ha detto:

    No vabbè ahahahah sulle parole ambigue sono caduta dalla sedia, giuro!
    Sto ancora ridendo!
    Sono sconvolta invece dal sapere che il sushi lo fanno con vitello o frittata, ma che roba è?!
    E sono un po’ perplessa anche per l’idea di scolarsi un super shot prima del pasto: loro lo reggono bene ma se vado io crollo sul tavolo agli antipasti! ahhahaha

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  12. Angelica & Christian - Destinazione mondo 20 ha detto:

    Questo articolo è bellissimo e davvero interessante!
    Poveri maturandi e poveri china che non potranno insediarsi con gli all you can eat🙈

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  13. occhi da viaggio ha detto:

    Le parole ambigue mi hanno fatto morire, giuro. Bellissimo il tuo articolo, ho imparato più cose sugli ungheresi stasera che leggendo pagine e pagine di guida. Io di Budapest mi ricordo un fatto molto divertente – anche se un pó fastidioso-: mangiavo talmente tanti cibi con la paprika che un giorno ha cominciato ad uscirmi dal naso quando lo soffiavo 😂

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  14. Eva ha detto:

    E se fosse bianco dell’uovo e non colla ciò che fa aderire l’adesivo al pane? Mi è familiare dalla Polonia, e non mi sono mai fatta problemi a levare solo quello (non era mai particolarmente tenace) e mangiare la crosta con… la colla? Ops… voglio credere alla teoria dell’albume, altrimenti ho mangiato tanta colla durante la mia infanzia.

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  15. Miss Polette ha detto:

    Mi sono divertita moltissimo leggendo questo post! Non ho mai visitato Budapest ma a ‘sto punto mi ci trasferirei solo per poter urlare al telefono “Letette” senza essere fissata come se fossi pazza

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  16. mypunkbox Alice ha detto:

    Nemmeno io sono mai stata a Budapest ma se prima la ritenevo una metà possibile adesso sono proprio curiosa! E questa faccenda della frittata nel sushi mi fa morire dal ridere (dietro il monitor, che sono in ufficio :-)!!)
    Alice

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  17. Lemurinviaggio ha detto:

    Fantastico questo articolo, mi sono fatta delle gran risate con le parole ambigue!
    Il sushi con carne effettivamente può essere uno shock, ma io lo proverei molto volentieri poi magari con prima un pochino di palinka …

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  18. Priscilla ha detto:

    Ma è stupendo! Queste sono le cose che adoro imparare sulla vita all’estero. A parte le parole che ovviamente mi hanno fatto scompisciare, mi piacerebbe adottare la pratica del grappino prima del pasto, la consiglierò alla mia nutrizionista che invece mi fa bere un bicchiere d’acqua prima di mangiare…

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  19. Elisabetta ha detto:

    Piccoli Shock Culturali li ho vissuti a Los Angeles quando ho fatto una vacanza studio…sarà perchè sono andata da sola e i primi giorni non conoscevo nessuno.
    Lo shock maggiore è stato quello del cibo…ho mangiato un’amatriciana (fatta da un ragazzo italiano) salatissima e lui ha precisato che non aveva messo sale nell’acqua…tutto merito del condimento!!!!!!!!!!! 😀

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  20. SeleScinic ha detto:

    Meravigliose queste “chicche”!
    Il sushi senza pesce non si può sentire, ma ero a conoscenza che si bevesse prima dei pasti (mi ricordo che lo facevano anche in Russia!).
    Bé, che dire, ogni Paese ha le sue 😉 ahahah!

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  21. ingirovagandomum ha detto:

    Che bello questo post pieno di curiosità che non conoscevo. E io che pensavo che l’aliquota massima dell’iva fosse il 25% argh… del mio anno in Germania ricordo anch’io tanti shock culturali, come il dover lasciare le scarpe su pianerottolo, il dentifricio ai crauti (scherzo Krauter significa erbe) e il modo di gestire la raccolta differenziata.

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  22. Lucy The Wombat ha detto:

    Ahahah fantastico!! Dovrei tornare un po’ indietro nel tempo e abitare in ungheria solo per poter esibire con orgoglio la pacchianissima coccarda 😀
    Ho il tuo stesso problema quaggiù con gli orari… alle cinque inizia a chiudere tutto, tremendo!
    Ps: anche a me le torte di pannolini inquietano molto sinceramente!

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