street food palermo pane e panelle

Street food a Palermo: il cibo da strada da non perdere

Come ho già scritto tra i vari canali social, in Sicilia il cibo è arte. Oltre alla sua naturale e genuina bontà, qui il mangiare è un vero e proprio simbolo dello stare insieme e del godersi la vita. Ovviamente Palermo, oltre a essere il capoluogo siciliano, è anche un po’ la capitale del cibo da strada nostrano. Impossibile non imbattersi in banchetti, chioschetti e piccole friggitorie amatoriali, tutte pronte a servirti il miglior street food di Palermo

Premessa: per ragioni di spazio nel mio stomaco, non ho assaggiato tutto. Era invitante ma per me impossibile. Però ho fatto del mio meglio e testato tutto il cibo possibile per voi (bella scusa!) e per questo post. Oltre agli ingredienti, vorrei anche darti un piccolo background storico delle pietanze, importante in una città così variegata e multiculturale come Palermo. Mi sono divertita nel ricercare queste peculiarità storiche e ho scoperto persino qualche aneddoto malizioso!

street food palermo granita pistacchio
Pronti a ingrassare un paio di kg con questo post?

Ecco lo street food di Palermo da non perdere:

Pane e Panelle

Le panelle sono un piatto semplicissimo, delle frittelle di farina di ceci, acqua sale e prezzemolo. Vengono poi fritte e infilate nelle mafalde, un pane tipico palermitano con semi di sesamo in cima. L’origine di questo tipico cibo da strada palermitano sono incerte, i ceci sono un ingrediente base della dieta mediterranea e consumato da un po’ tutte le popolazioni che hanno abitato palermo – romani, arabi e persino gli Angioini francesi. Io ho mangiato delle ottime panelle calde e fragranti da Chiluzzo, un banchetto famoso a Piazza della Kalsa.

street food palermo pane e panelle
Il tavolo è terribile, ma quello che non strozza ingrassa!

Curiosità: i ceci hanno anche un’importanza storica non indifferente. Si narra, infatti, che durante i Vespri Siciliani – la ribellione scoppiata a Palermo contro gli Angioini nel 1282 – gli abitanti del capoluogo siculo individuavano i francesi camuffati tra il popolo facendo pronunciare loro la parola “ceci”, non proprio facilissima per un francofono!

Cassata

Esistono diverse varianti di questo dolce siciliano a base di ricotta di pecora, pasta reale e frutta candita. A Palermo, oltre alla classica e colorata tortina che conosciamo anche noi, esiste la meravigliosa cassata al forno, senza pasta reale e con pasta frolla e gocce di cioccolato fondente. Che ve lo dico a fare!

Anche la cassata, come molti cibi, riflette la storia della Sicilia: nasce, infatti, sotto il dominio arabo e prende il nome dal termine qas’at, ovvero casseruola.

cassata siciliana

Granita e brioche

Ok, mi è stato detto che la granita e la brioche non sono proprio tipici di Palermo, però io nel capoluogo siciliano ho mangiato delle granite favolose, mai provati dei gusti così intensi. Anche questo dolce risale all’epoca araba.

Il suo antenato, infatti, si chiamava sherbet, una bevanda a base di ghiaccio, succhi di frutta o acqua di rose. Nel corso dei secoli le granite si sono evolute – le prime si facevano con la neve dell’Etna! – e hanno preso i sapori tipici della Sicilia: pistacchio, mandorla, gelsi e agrumi.

La brioche – detta brioscia dagli autoctoni – ha sostituito il pane fresco croccante, accompagno originario di questo dolce irresistibile.

street food palermo granita brioche
La colazione dei campioni

Sfincione

Lo sfincione è un piatto “unto e bisunto”, un classico dello street food di Palermo. Si tratta di una pizza molto alta – quasi spugnosa – con un salsa a base di pomodoro, acciughe, cipolla, origano, olio d’oliva e un formaggio tipico chiamato caciocavallo ragusano. Insomma, una bomba calorica non indifferente!

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Lo sfincione unto e bisunto

Cannolo

Il cannolo è un classico, ormai conosciuto in tutto il mondo, è quasi inutile presentarlo. Parliamo invece della genesi di questo famosissimo prodotto dolciario siciliano: si dice che a inventarlo siano state proprio le donne dell’harem di Qal’at al-Nissa, l’odierna Caltanissetta, molto probabilmente per celebrare i propri uomini – effettivamente la forma del cannolo è piuttosto emblematica. La ricetta fu tramandata molto probabilmente da qualche ex concubina ritiratasi in convento. Le donne musulmane hanno così passato alle consorelle cristine la ricetta di un dolce dalla forma fallica ripieno di “ambigua” ricotta di pecora, non riesco a non trovare questo aneddoto divertente nella sua malizia!

Ah, ricordate: il cannolo va riempito sul momento, altrimenti…si ammoscia (ti giuro volevo trovare un altro sinonimo ma trovo che questo sia adatto al contesto)!

street food palermo cannolo
Il mitico cannolo

Melanzane

Le melanzane in sè non sono proprio un cibo da strada, ma a Palermo lo street food non ha confini e sono riusciti a infilarci anche questo saporito ortaggio. Da Franco U’ Vastiddaru ho mangiato un panino con la parmigiana di melanzane da paura, ma se preferisci c’è anche l’alternativa con la caponata – tanto per rimanere leggeri!

Pani câ meusa

Sarò sincera, non l’ho assaggiato. Ci stavo pensando, ma non vado pazza per le interiora e c’era così tanto street food da provare che ho preferito rimandare. Ma va bene, ora ho un motivo in più per tornare a Palermo!
Non posso sindacare sul sapore, però posso raccontarti di cosa si tratta: un panino con milza e polmone di vitello. Viene servito con una spolverata di caciocavallo o ricotta e tanto strutto bollente. Sembra che il piatto abbia origine dagli ebrei palermitani, tanto per rimarcare la multiculturalità di questa città.

panino milza palermo

Arancino/a

Ma l’arancino/a è maschio o femmina? Questa è una domanda da un milione di dollari. Diciamo che nella parte ovest della Sicilia, questa palla di riso panato e fritto è femmina, mentre nella parte orientale è maschio. Le origini di questa famosissima pietanza siciliana sono un po’ incerte. Sicuramente lo zafferano usato per condire il riso viene dalla dominazione araba, mentre invece la panatura sembra sia stata ideata durante il regno di Federico II di Svevia, per mantenere i cibi durante le lunghe battute di caccia.

arancine street food palermo

Stigghiola

Anche questo piatto non l’ho provato, più per motivi di spazio nel mio stomaco che altro. Nonostante il mancato incontro culinario, l’ho annusato in abbondanza tra le strade dei mercati Vucciria e Ballarò. La stigghiola non è altro che uno spiedino fatto di budella d’agnello condite con prezzemolo, arrotolate su un porro e cotte alla brace. Il fumo e l’odore di questo piatto sono davvero pungenti e peculiari, peccato per il mancato assaggio!

stigghiola cibo da strada palermo

Spero che questo viaggio gastronomico tra le vie di Palermo ti sia piaciuto. Se vuoi scoprire di più sulla splendida città siciliana, ti consiglio questo post pieno di curiosità su Palermo.

52 pensieri su “Street food a Palermo: il cibo da strada da non perdere

  1. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Giulia ti rendi conto che leggendo questo post si corre il rischio di evocare il demonio? In questo momento la sacra triade glicemia+colesterolo+trigliceridi si è riunita nelle mie arterie per una seduta spiritica. Questa terra rappresenta il male 😀 e del resto il nostro santo protettore Ulisse (il patrono dei travelblogger) ne ha passate poche fra mostri leggendari come Ciclopi, Scilla, Cariddi, Panelle, Brioscia e Cassate 😛
    Scherzo la Sicilia è una terra speciale, come il suo cibo! 😉

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  2. Giovanni Augello ha detto:

    Complimenti per l’articolo, davvero ben scritto: sono nato a Palermo e vivo da sempre nella mia città e la descrizione minuziosa e “colorita” che dai del nostro cibo da strada non poteva esser fatta in maniera migliore. Brava!
    Giusto una precisazione a proposito dell’arancina/o, per fugare un dubbio: l’arancina è (giustamente) così chiamata dai palermitani, perché assume la forma di una piccola arancia. Arancino invece (così come lo chiamano a Catania e dintorni) non ha alcun senso, dato che, come tutti sanno, l’arancio è il nome che viene dato all’albero e non al frutto!
    Detto questo, sia al maschile che al femminile, rimane una prelibatezza per il palato di ognuno di noi 🙂

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    • Giulia ha detto:

      Ti ringrazio, il tuo commento mi ha fatto felicissima! Non avevo mai pensato a questo riferimento etimologico, decisamente interessante! Hai ragione, rimane una prelibatezza unica!

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  3. Angelica ha detto:

    Io lo Street food lo amo. Cerco di andare a tutte le fiere vicino a me. Sono andata a tutte quelle di Torino e amche la sagra delle sagre di Asti.
    In ogni Street food parade che abbia visto c’era sempre il banchetto siciliano!

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  4. raffigarofalo ha detto:

    Quando ero in Sicilia ho provato tutto quello che hai elencato e adesso che sono a casa e leggo il tuo post ho la salivazione a mille. Non vedo l’ora di tornarci per assaggiare tutto di nuovo. Sai, solo per provare… 😉

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  5. Ally Blue ha detto:

    Però così non vale!!! A leggere il tuo articolo e vedere tutte queste belle foto, mi è venuta l’acquolina in bocca !!!! Non conoscevo tutti questi cibi caratteristici, da assaggiare on the road!!! molto gustoso e carinissimo questo articolo!!!

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  6. Barbara Fettuccia ha detto:

    Oddio, mi hai fatto venire voglia di tornare!!! Mia mamma è siciliana e io sento molto queste radici. Soprattutto quando si parla di cucina….di Palermo ricordo la vucciria! Come dimenticare quegli odori, rumori, quella musica e tutta quella gente intenta a mangiare tutte quelle prelibatezze. La Sicilia è un’esperienza da fare e Palermo è una città che ti colpisce il cuore!

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  7. Paola ha detto:

    Mi hai fatto ingrassare solo a leggerti!!! Ora ho voglia di prendere il primo volo per Palermo e ingozzarmi fino a scoppiare 😀 Tra l’altro ho riso tantissimo alla storia del cannolo e mi sto immaginando le monache intente a farcire i cannoli senza farli ammosciare…

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  8. Silvia ha detto:

    adesso ho fameeeeee 🙂 come faccio che non sono in Sicilia ?? a parte gli scherzi ci sono stata a Dicembre e il cibo fa da padrone 🙂 in particolare granita e brioches era spettacolare 🙂

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  9. SeleScinic ha detto:

    Sarà l’ora della merenda, ma… che fame caspiterina!!
    Devo dire che in Sicilia la cucina è favolosa e spero di tornare a provarla il prima possibile! 😉
    Anche se non a Palermo, ho provato la stigghiola e me ne sono innamorata… così come del pane cunzato, pane e panelle, delle granite, dei cannali, degli arancini… e di tutto il resto! 😉
    Vado a mangiare, perché sto sbavando!

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  10. segretidimammajetpack ha detto:

    si magari sono un po si parte… essendo siciliana.. anche io non ho mai assaggiato pane e meusa ma sicuramente sara’ buono. La mia preferita?? Cassata forever!!!

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  11. Sproloqui e Ri-partenze ha detto:

    Quasi ora di cena e ci proponi una prelibatezza meglio dell’altra! Io assaggerei tutto e tutto insieme, anche quello che hai lasciato tu!

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  12. Raf ha detto:

    Un post da incorniciare! Sarà che ho un debole per le cucine tipiche e i piatti locali, ma mi hai fatto davvero sentire di nuovo a Palermo. Una carrellata davvero completa di tutte le bontà che questa terra offre con l’inserimento di alcune chicche “storiche” davvero curiose e interessanti. Domani però non posso andare a fare gli esami del sangue, devo aspettare che i valori si normalizzino! 😉

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  13. iltuopostonelmondo ha detto:

    Giulia, mi hai già conquistata con quella granita al pistacchio *-* sono rimasta ad ammirarla per qualche minuto e mi è venuta anche l’acquolina! Ahahah
    Poi avendo amici di famiglia siciliani per me ogni volta che vengono a trovarci è una tragedia: biscotti, cannolli, panelle etc.. potrei continuare per ore.
    Una cosa però non mi fa gola e indovina cosa? Il pani câ meusa, proprio non riesco.

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  14. anna ha detto:

    Beh no, a quest’ora non posso vedere queste immagini! sto preparando giusto da mangiare, sono anche in ritardo e … mi vien voglia di mangiare il video. Quante cose buone, dovessi sceglierne una solo? Mah, forse ora, opto per una mega cassata, ma anche due bei arancini … per fortuna non sono in dieta, altrimenti sarei ingrassata solo con il pensiero.

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  15. raccontodisicilia ha detto:

    Complimenti per la “freschezza” dell’articolo, fa venir voglia d’immergersi nel mondo del cibo di strada palermitano (al 5 posto nella classifica dello Street food mondiale).
    Hai proprio ragione, in Sicilia il cibo è arte… ma anche cultura… vita! E’ incredibile quanto si possa apprendere di un luogo dalla scoperta delle origini e dei tanti riti legati al cibo. In particolare questo si riscontra dal patrimonio della pasticceria e in un’Isola dei miti come la Terra di Trinacria. La “brioscia” in realtà va chiamata (e scritta) proprio così da tutti e non solo dagli “autoctoni”. Il nome “brioscia identifica esclusivamente quella da mangiare con la granita o ripiena di gelato… quella col “tuppo” in cima per capirci.

    p.s. sulle origini della cassata e del suo nome non si ha assolta certezza… la ricotta era in largo uso anche dai greci e veniva addolcita con il miele (primo dolcificante) in realtà si pensa anche che derivi dal latino “caseatus”… l’unica certezza è che questi ingrendienti divennero sublime “cassata” in Sicilia.

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  16. rosy ha detto:

    Incredibile ho origini siciliane ma a Palermo non ci sono mai stata dico sempre che devo prendermi un weekend lungo per farlo. Sicuramente farò tesoro dei tuoi consigli e non mi farò mancare niente.

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  17. elisascuto ha detto:

    Che goduria! Il cibo da solo sarebbe una ragione più che valida per ritornare a Palermo..😍 Così potrei assaggiare il panino con la parmigiana di cui parlavi, che la prima volta mi sono persa!😉

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  18. Elisa ha detto:

    No, no, no! Non ci siamo! Mi hai fatto venire una fame e una voglia di street food che non hai idea! Per questo tipo di post dovrebbero esserci degli orari ben definiti, non si possono leggere prima di pranzo!! 😛

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