Cucina romana: 12 piatti tipici da provare

Hai mai sognato un fine settimana mangereccio a Roma? Ecco 12 piatti della cucina romana da non perdere.

La cucina romana si basa su ingredienti semplici ma nutrienti, di derivazione contadina. L’alto contenuto calorico e proteico insieme alle porzioni abbondanti servivano infatti a sostenere gli agricoltori o gli allevatori durante le lunghe e faticose giornate lavorative.

Molti piatti che vengono serviti oggi nelle trattorie sono ancora gli stessi di secoli fa, tramandati di generazione in generazione fino ad arrivare caldi e fumanti sulle nostre tavole.

Carciofi alla giudia

Scoprire la cucina giudaico-romanesca è un’attività da fare a Roma insolita ma remunerante . Il quartiere ebraico, o ghetto come si usa chiamarlo ancora oggi, è una delle zone più belle della Capitale.

La ricetta dei carciofi alla giudia è molto antica, le prime testimonianze risalgono al XVI secolo. Inoltre, sembra sia nata proprio nel cuore del ghetto ebraico romano. La varietà utilizzata sono i “cimaroli” poiché tondi e privi di spine. Una volta aperte le foglie per dare loro la caratterista forma, vanno fritti nell’olio per qualche minuto. Solo a parlarne posso sentire già la croccantezza che li contraddistingue.

Gnocchi alla romana

Un piatto tradizionale anche se spesso (e ingiustamente) un po’ dimenticato. Si prepara un impasto di semolino, burro, latte, uova e parmigiano. Si lascia raffreddare e poi viene tagliato formando dei dischetti rotondi che andranno uno sopra all’altro nel forno, cosparsi di abbondante parmigiano. In alcune osterie vengono serviti con un po’ di sugo, tanto per rendere il tutto ancora più goloso.

Frittelle con la mentuccia

La mentuccia romana (nome affettuoso del più ufficiale menta poleggio) ha un sapore più forte e speziato di quella tradizionale. Si usa molto in cucina e spesso viene utilizzata come ingrediente principale, come nel caso delle frittelle con la mentuccia. Un piatto della cucina povera, veloce da prepare e a basso costo, oggi si trova nelle rosticcerie e negli aperitivi, o nelle case di qualche nostalgico. Da me, per esempio, la regina indiscussa delle frittelle con la mentuccia è mia nonna materna.

Puntarelle

Le puntarelle, contorno d’eccellenza della cucina romana, non sono altro che i germogli della cicoria asparago, famosi per il loro sapore amaro e per la loro croccantezza. La ricetta originale le vuole consumate con olio, aglio se piace, aceto di vino bianco e filetti d’alici sott’olio. Per le puntarelle con le alici sono un appuntamento fisso quando torno a Roma a trovare la mia famiglia.

puntarelle alla romana

Fritto misto alla romana

Forse non famoso come il cuoppo napoletano, ma certamente non meno delizioso. Il fritto misto alla romana comprende un po’ di tutto, mescolando mari, monti e verdure fresche. Gli onnipresenti, però sono il baccalà, i fiori di zucca e i carciofi.

Se vuoi assaggiare una combo romana di filetti di baccalà e puntarelle con le alici, vi consiglio di fare un salto Dar Filettaro, a Largo dei Librari, proprio dietro Campo de’ Fiori. Un luogo autentico con tovaglie di carta e vino della casa.

Pasta cacio e pepe

Come non nominare i primi piatti romani. Ho scelto la pasta cacio e pepe tra tutte perché, incredibile ma vero, è l’unica veramente romana. L’amatriciana e la pasta alla gricia, infatti, prendono il nome dai propri paesi natale in provincia di Rieti: Amatrice e Grisciano. La carbonara ha un origine più discusso, ci sono tre teorie principali che spaziano dall’Abruzzo a Napoli fino ad arrivare all’influenza degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale grazie al loro amore per bacon e uova.

Ma torniamo alla cacio e pepe. Cacio e pepe, una di quelle coppie gastronomiche inseparabili che fanno venire l’acquolina solo a nominarle Come suggerisce il nome, il condimento di uno dei primi piatti più famosi al mondo è composto da due ingredienti: pecorino romano e pepe nero. Sembra che si sia diffusa tra i pastori dell’Agro Pontino, sia per la semplicità degli ingredienti sia per il giusto equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine per sopportare gli inverni freddi all’aperto.

A Roma la pasta alla cacio e pepe è un vero e proprio culto. Io ti consiglio di provare questo condimento spettacolare anche sulla pizza. Fidati di chi a Roma è nata e cresciuta!

cacio e pepe

Abbacchio

L’abbacchio è l’agnello da latte. Per quanto molte persone oggi cerchino di evitarlo per motivi etici, l’abbacchio è un ingrediente protagonista della cucina romana. I due piatti tipici più celebri sono l’abbacchio alla romana, rosolato con del prosciutto a pezzetti, e le costolette d’abbacchio alla scottadito, cotte sulla brace e mangiate rigorosamente con le mani (sì, il nome viene proprio da ciò che succede alle dita dopo il pasto).

In dialetto romano, inoltre, abbacchiare letteralmente vuol dire uccidere con il bastone. Oggi il verbo nelle forma dell’infinito non si usa più – per fortuna, aggiungerei – mentre si utilizza spesso il participio abbacchiato, per indicare una persona affranta o dispiaciuta.

Trippa alla romana

Una pietanza non per tutti, io per prima non ne vado matta. Però fa parte della tradizione romana, tant’è che viene ancora preparato e servito regolarmente nelle trattorie della città eterna. La trippa non è altro che la pancia con parte dello stomaco del bovino, servita con salsa di pomodoro, pecorino e mentuccia romana.

Le frattaglie sono un elemento molto presente nella cucina romana. Venivano ricavate dal quinto quarto, ovvero gli scarti del bovino che restavano alle classi meno abbienti dopo aver sfamato le famiglie più ricche. Inoltre, è un piatto ad alto contenuto proteico e aveva un costo inferiore rispetto ad altri tagli meno pregiati dell’animale.

trippa cucina romana

Coda alla vaccinara

Rimaniamo in tema frattaglie, o comunque parti dell’animale meno comuni, parlando di un altro piatto più che tradizionale: la coda alla vaccinara. Come suggerisce il nome, si tratta della coda del bovino stufata.

Nata nel cuore del rione Regola, esistono due versioni: la prima, la più diffusa, con salsa di pomodoro e altre verdura. La seconda, invece, diffusa tra il Primo e il Secondo dopoguerra, comprendeva anche un salsa formata da cacao amaro, pinoli e uva passa.

Supplì

Lo street food romano per eccellenza, conosciuto un po’ in tutta Italia. Ha la forma di una polpetta allungata, fritta e dalla panatura dorata. Al suo interno c’è del riso bollito, ragù e un pezzo di mozzarella filante, che ricorda l’ormai obsoleto cavo telefonico.

Sebbene sia un simbolo della cucina della Capitale per eccellenza, il nome deriva dalla parola francese surprise, sorpresa, riferendesi appunto al tocco di mozzarella che va da un capo all’altro della polpetta.

Sì, lo so cosa stai pensando. I supplì sono molto simili agli arancini, o arancine dipende dove si vive. Ho scritto un post sullo street food di Palermo con qualche curiosità su questa simpatica diatriba del nome

Pomodori cor riso

Scritto proprio “cor”, perché a Roma si dice così. Uno dei miei comfort food per eccellenza, uno di quei cibi dai sapori che riportano subito a casa, all’estate degli anni ’90 e all’infanzia. Piatto tipicamente estivo, i pomodori grandi e rossi vengono svuotati, riempiti di riso condito con la polpa di pomodoro e cotti nel forno con le patate. Da mangiare sia freddi sia caldi, i pomodori ripieni di riso sono i protagonisti indiscussi dell’estate romana.

pomodori ripieni riso

Pizza bianca con la mortadella

Concludo con un must, uno di quei cibi che bisogna provare se ci si trova a Roma. La pizza bianca calda spaccata in due e rimpita di mortadella con i pastacchi. Mi raccomando, la pizza deve essere fina, non stile focaccia, unta e farinosa al punto giusto. Fidati, mi ringrazierai dopo averla provata!

18 pensieri su “Cucina romana: 12 piatti tipici da provare

  1. L'OrsaNelCarro Travel Blog ha detto:

    Giulia come stai? 🙂
    Se a metà post ero già “ferita gravemente”, con le ultime due proposte mi hai dato il colpo di grazia. Adoro i pomodori ripieni e la pizza con la mortadella me la sparerei anche a mezza mattinata dopo colazione.
    Gli gnocchi di giovedì vero? 😛

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  2. Roberta ha detto:

    Mamma mia, mi hai fatto tornare fame nonché la voglia di andare in giro per trattorie romane. Sono un’amante sfegatata della cacio e pepe, ma vorrei dedicarmi agli gnocchi romani, che invece – assurdo! – non ho mai mangiato. E poi i supplì, la pizza bianca con la mortadella, le puntarelle… Pancia mia, fatti capanna!

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  3. Silvia The Food Traveler ha detto:

    Oh mamma che fame! Anche se mancano un po’ di ore per pranzare, uno spuntino di metà mattina lo farei volentieri.
    Io adoro la cacio e pepe, ma sai che qui in Piemonte, anche nei locali che servono qualche piatto romano, non c’è veramente confronto con quella originale?
    Invece per qualche strano motivo i gnocchi (o gli gnocchi? Non ricordo mai quale sia la forma corretta) alla romana sono molto popolari anche qui in Piemonte. E li adoro!

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  4. foodeviaggi ha detto:

    Mi hai fatto venire una voglia matta di GNOCCHI ALLA ROMANA… saranno decenni che non li mangio e adesso ne vorrei proprio un piatto pieno… Che buoni!

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  5. Daniela - The DAZ box ha detto:

    Mi manca solo la coda alla vaccinara. Io adoro la cucina romana, anche se qui non hai citato la Gricia che in assoluto è la mia pasta romana preferita! Certo anche la cacio e pepe è speciale! L’ultima volta che siamo stati a Roma, in tre, abbiamo ordinato gricia, amatriciana e cacio e pepe…mancava giusto la carbonara!

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  6. LaZiaRo ha detto:

    Qualche anno fa ho lavorato a Roma per qualche tempo. E lì ho scoperto la cacio e pepe, che a guardarla la prima volta pensi “tutto qui?”. E poi la assaggi. E niente, ciao proprio: una delle paste più buone mai mangiate in vita mia!

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  7. Giovy Malfiori ha detto:

    Amo moltissimo la cucina romano-giudaica e il Ghetto è il mio posto quando sono nella capitale: cacio e pepe e carciofi come se non ci fosse un domani.

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