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I murales di Derry: storia del quartiere Bogside

Derry è una città dell’Irlanda del Nord tristemente nota per la sua storia tragica. Da sempre spaccata in due e teatro di molti scontri violenti durante il conflitto nordirlandese tra cui la terribile Bloody Sunday, è oggi rinata grazie alla street art. In quest post vi racconto la storia dei murales di Derry e del loro importante significato.

Derry è sempre stata una città divisa sotto tutti i punti visti. A partire del nome. La città, infatti, viene chiamata Derry dai nazionalisti irlandesi cattolici e Londonderry dagli unionisti protestanti. Non è inusuale vederla nelle mappe indicata come Derry/Londonderry. Oltre alla questione etimologica, la cittadina irlandese ha un vero e proprio muro che la spacca in due. Sebbene la cinta muraria sia stata costruito nel ‘600, i soldati della corona britannica l’hanno pattugliata fino al 1994. Poco più di vent’anni fa.

Il quartiere Bogside di Derry

Il quartiere Bogside, prevalentemente cattolico e repubblicano, è sempre stato un punto caldo della città. Nel secondo dopoguerra, i cattolici in Irlanda del Nord vivevano in condizioni di povertà, subivano fortissime discriminazioni sul lavoro (chi lo aveva) e non tutti avevano diritto di voto. In una famiglia composta da 9 persone, probabilmente avevano una tessera elettorale solo in due. Lo stesso nome del quartiere – bog si può tradurre come palude – dice tutto sulle condizioni di vita dei cattolici.

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Il quartiere Bogside visto dalle mura

Negli anni ’60, i cattolici e repubblicani iniziarono a ribellarsi. Il conflitto nordirlandese – chiamato in inglese The Troubles – ebbe il suo epicentro iniziale proprio nel quartiere Bogside di Derry con vari scontri anche piuttosto violenti con le forze armate britanniche.

Dopo una notte di sangue, la zona a prevalenza repubblicana si auto-proclamò libera e “chiusa” alle forze lealiste. Venne dipinta su un muro la scritta “You are now entering Free Derry“, state entrando nella Derry libera. La scritta è ancora oggi là, nonostante sia ormai rimasto solo una porzione di muro appartenente alle barricate. Lo sfondo è normalmente bianco, ma per eventi particolari viene dipinto di altri colori. Per l’attentato al Bataclan, per esempio, ha indossato il tricolore francese, mentre durante il Pride Month la scritta campeggiava su una bandiera arcobaleno. Io l’ho visto rosa shocking per la settimana dedicata alle campagne di sensibilizazzione per la donazione degli organi.

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Il murales Free Derry e le goccioline di pioggia sul mio obiettivo

Free Derry rimase una no-gone zone per le forze britanniche fino al 1972, l’anno drammatico della Bloody Sunday.

La storia della Bloody Sunday

Il 30 gennaio 1972 il battaglione del reggimento dei paracadusti dell’esercito britannico aprì il fuoco contro i manifestanti del quartiere Bogside, a Derry. Delle 26 persone disarmate colpite, 14 non sopravvissero. La maggior parte erano minorenni o civili che stavano aiutando i feriti, colpiti vigliaccamente alle spalle. Il violento e ingiustificato scontro fu poi ribattezzato “Bloody Sunday“, domenica di sangue.

Ho avuto modo di visitare il quartiere Bogside con un tour commemorativo organizzato da Paul Doherty, figlio di una delle vittime della sanguinosa domenica di Derry. La guida, George, aveva solo nove anni all’epoca della Bloody Sunday. Nonostante la giovane età, ricorda bene il rumore degli spari e sua madre che piangeva accanto alla finestra. Trattenere le lacrime durante il racconto – e durante tutto il tour – è stato davvero difficile.

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Il murales che commemora le vittime della Bloody Sunday

I murales di Derry

Durante la prima metà degli anni ’90, i The Bogside Arists® – tre artisti di Derry – iniziarono a dipingere enormi murales a sfondo politico e sociale sui muri del loro quartiere natale. In circa vent’anni, grazie alla sovvenzioni dei loro concidttadini, dipinsero ben 12 opere chiamate “The People’s Gallery”, la galleria d’arte del popolo.

Gli enormi murales commemorano gli eventi drammatici del conflitto nordirlandese, raccontanto anche storie meno note come la povera Annette McGavigan, una ragazzina di appena 14 anni uccisa da un soldato britannico mentre raccoglieva i proiettili di gomma lasciati dagli scontri armati. Fu la 100esima vittima civile nei primi tre anni del conflitto. L’opera si chiama “Death of an Innocent“, morte di un’innocente.

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Il murales dedicato ad Annette

Uno dei murales più famosi è “The Petrol Bomber“, il ragazzino con la maschera antigas e in mano una bomba molotov. Alle sue spalle, le macerie lasciate dalla terribile Battaglia di Bogside del 1969, che in un certo senso sancì l’inizio del conflitto nordirlandese.

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“The Petrol Bomber”

Non lontano dall’opera raffigurante il “Petrol Bomber” si trova “Bernadette“, un ritratto di una ragazza dallo sguardo fiero, con un megafono in mano. Si tratta di Bernadette McAliskey, uno dei fondatori del Partito Socialista Repubblicano Irlandese. Fu arrestata durante gli scontri del 1969 ed eletta subito dopo deputata. A soli 22 anni, Bernadette divenne la parlamentare più giovane della Camera.

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Lo sguardo fiero di Bernadette

I gas lacrimogeni venivano usati regolarmente durante gli scontri nel quartiere Bogside. La splendida e struggente opera “The runner” rappresenta proprio un ragazzo mentre tossisce fuggendo dalla nube tossica, cercando di respirare in quella coltre di fumo. I due giovanissimi ritratti sotto, invece, sono Manus Deery e Charles Love morti rispettivamente a 15 e 16 anni. Il primo fu ucciso da alcuni frammenti di un proiettile sparato da un cecchino dell’esercito britannico. Love, invece, morì durante una commemorazione della Bloody Sunday per mano di una bomba dell’IRA destinata ai soldati della corona.

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Il murales “The Runner”

Durante la terribile Bloody Sunday, erano presenti alcuni giornalisti e fotoreporter, tra cui l’italiano Fulvio Grimaldi. Il fotografo scattò un’istantanea che passò alla storia e che fa tutt’oggi venire i brividi: il prete cattolico Padre Edward Daly sventola un fazzoletto bianco mentre due persone trasportano il diciassettenne Jackie Duddy, ferito mortalmente al petto. The Bogside Arists® hanno ripreso il significativo scatto trasformandolo in un bellissimo quanto tragico murales

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Il corpo di Jackie Duddy e il fazzoletto bianco di Padre Daly

Un altra opera toccante è “Mothers and Sisters“, dedicato a Peggy O’Hara, attivista e candidata al parlamento nordirlandese e madre di Patsy O’Hara, militante nato a Derry e morto in carcere durante la seconda ondata di scioperi della fame degli attivisti nordirlandesi.

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Il murales dedicato a Peggy O’Hara

Per chi vuole saperne di più sulla storia del quartiere Bogside e sul conflitto nordirlandese, consiglio di visitare il Museum of Free Derry. Nel museo ci sono ritagli di giornale, filmati, fotografie e persino alcuni abiti e oggetti personali dalle vittime del sanguinoso conflitto nordirlandese.

14 pensieri su “I murales di Derry: storia del quartiere Bogside

  1. La strega spritzettara ha detto:

    Io ho visitato il quartiere cattolico di Belfast ed é stata un’esperienza molto toccante. L’atmosfera é a tutt’oggi opprimente, mi sono sentita veramente a disagio nel passeggiare in quel luogo. Derry dev’essere ancora peggio.

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  2. Silvia - The Food Traveler ha detto:

    Bellissime e tristissime queste testimonianze di una storia tragica. Come sempre in questi casi fa impressione pensare che è un capitolo di storia molto vicino a noi sia dal punto di vista geografico che da quello temporale. Mi piacerebbe tornare in Irlanda del Nord e sicuramente questo tour dovrà essere una delle cose che non mi voglio perdere.

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  3. Simona ha detto:

    Camminare e di trovarsi faccia a faccia con ognuna di queste opere dal vivo, conoscendone il significato che c’è dietro, è come visitare un museo a cielo aperto. Una zona dal passato molto triste e intenso!

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  4. Valentina ha detto:

    Che bel post Giulia!!! Non conosco l’Irlanda, ma mi piacerebbe molto visitarla. Non sapevo quindi di questo quartiere molto particolare 🙂 Adoro la Street Art e mi ha molto colpito il murales del Petrol Bomber… molto significativo!

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  5. Paola ha detto:

    Negli ultimi anni ho approfondito la cultura inglese e non ho ancora incontrato nessun British che parlasse dell’Irlanda del nord o la considerasse una destinazione turistica. Questo post mi ha colpito molto emotivamente, sicuramente dovrò studiare anche questo pezzo di storia triste per me, ma soprattutto per il mio Britalian baby perché voglio che cresca conoscendo la storia e impari la tolleranza invece che l’odio

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  6. Flavia ha detto:

    Non ho visto i murales di Derry, ma ho fatto un tour con il famoso black taxi lungo la Peace Line di Belfast ed è stato molto toccante! Cert ferite si rimarginano difficilmente e anche se queste città si stanno riprendendo senti comunque il peso di ciò che è successo fino a poco tempo fa!

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  7. Matteo ha detto:

    Anche io ho partecipato allo stesso tour nel Bogside. Impossibile non consigliarlo a chi vuole davvero capire i fatti avvenuti a Derry e più genericamente in Irlanda.
    Un’altra cosa che ho notato sia a Belfast che a Derry, è stato il clima molto chiuso e pesante nei quartieri protestanti/unionisti.
    Camminavo da solo (è così che viaggio per il mondo) e molti mi controllavano dalle finestre o comunque mi guardavano male.

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