canzoni storia stati uniti

10 canzoni che raccontano la storia degli Stati Uniti

La storia degli Stati Uniti d’America è piuttosto recente, ma ricca di avvenimenti che hanno in un certo modo segnato tutto il mondo. In questo post ho scelto dieci brani diversi che ricordano queste vicende drammatiche, cercando di spaziare tra le origini del paese fino ai giorni nostri.

Bob Dylan – Hurricane

“Hurricane” è una delle canzoni più famose di Bob Dylan e anche una delle mie preferite dell’artista americano. Non parla di un uragano, bensì della storia del pugile afro-americano Rubin “Hurricane” Carter. Hurricane fu, infatti, accusato ingiustamente di triplice omidicio in seguito a una sparatoria nel New Jersey nel 1966.

Here comes the story of the Hurricane
The man the authorities came to blame

Al momento della stesura del brano di Dylan, il pugile era ancora in prigione. Fu scagionato solo a fine anni ’80, solo il riconoscimento delle “motivazioni razziali” da parte della Corte Federale. La canzone racconta uno spaccato della vita statunitense, ancora piena di contraddizioni e di ingiustizie sociali.

Crosby, Stills, Nash & Young – Ohio

Sebbene la canzone sia stata interpretata dal supergruppo Crosby, Stills, Nash & Young, il testo è frutto del pugno di Neil Young. Il brano di protesta ricorda narra un episodio drammatico: la morte di quattro giovani durante gli scontri tra polizia e manifestanti contro la Guerra in Vietnam a Kent, città dell’Ohio. Le parole “four dead in Ohio”, quattro morti in Ohio, vengono ripetute spesso nel testo, per evocare l’orrore dell’episodio e lo shock della popolazione americana dopo aver appreso la notizia. Inoltre, Neil Young cita direttamente il presidente Nixon nel brano, come quasi a indicare la colpa delle alte cariche in questo dramma.

Tin soldiers and Nixon coming,
We’re finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio

Jefferson Airplane – Volunteer

Una canzone che racchiude due eventi storici in uno. I cosiddetti volunteers of America citati nel testo fanno riferimento a due tipi di volontari. I primi, sono i soldati che volente o nolente sono partiti per la sanguinosa guerra in Vietnam, senza sapere se sarebbero tornati a casa o meno.

In quello stesso periodo, però, c’erano altri volontari pronti a scendere nelle strade. I pacificisti, gli hippie, i manifestanti che non avevano paura a scontrarsi con la polizia, i sognatori, quelli che cantano e ballano per giorni al Festival di Woodstock, quelli che resistono e vogliono cambiare il mondo.

We are volunteers of America

Joan Baez – Here’s to you

La cantautrice Joan Baez ha scritto questo brano come colonna sonora del film “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo. La canzone narra, appunto, della vicenda dei due anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte nel 1921 e giustiziati nel 1927 senza alcuna prova, per puri motivi politici. Il testo è molto breve, composto solo da poche parole che però restano scolpite per sempre:

Here’s to you, Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph

I nomi di Nicola e Bart, così veniva soprannominato Vanzetti, resteranno scolpiti per sempre nei ricordi di chi non vuole dimenticare. Il momento finale li renderà immortali e l’agonia provata sarà il loro trionfo tra le pagine della storia.

Dave Matthews Band – Don’t Drink The Water

Facciamo un tuffo nel passato e torniamo indietro di qualche secolo, quando i primi coloni giunsero sul suolo americano dall’Europa. Il brano parte a colonizzazione già iniziata, quando i Nativi Americani vengono cacciati dalle proprie terre. Perché non c’è spazio per entrambi, solo per i coloni del Vecchio Mondo.

What were you expecting
No room for both
Just room for me

Costretti a disperdersi, a lasciare la propria casa e i propri cari, a vivere nelle riserve, ai Nativi Americani non rimane nulla. I coloni europei si stabiliscono così nel Nuovo Mondo, eliminando chi c’era già da prima. Ma le tracce del loro odio rimangono, contaminano l’acqua dei fiumi che scorrono nel terreno con il sangue dei caduti in questa battaglia di puro egoismo.

Don’t drink the water
There’s blood in the water

U2 – Pride (In The Name Of Love)

Una delle canzoni più famose della band irlandese U2 dedicata a una delle persone che lasciato un impatto enorme nella storia moderna degli Stati Uniti d’America: Martin Luther King. Un uomo che si batteva per i diritti degli afro-americani in maniera pacifica, proprio nel nome dell’amore citato nel titolo.

Nel brano si fa anche riferimento all’assassinio dell’attivista, avvenuto nel 1968. Bono con voce quasi rotta dalla commozione canta la seguente strofa:

Early morning, April four
Shot rings out in the Memphis sky

In realtà, c’è un errore storico. Martin Luther King non fu ucciso di mattina, ma nel tardo pomeriggio. Nelle versioni dal vivo, infatti, il testo viene modificato in early evening, April four. Nelle prime ore della sera, il 4 aprile.

Billie Holiday – Strange Fruit

Southern trees bear strange fruit.

Inizia così uno dei brani èpiù conosciuti di Billie Holiday. Dagli alberi del sud danno dei strani frutti. Dalla strofa subito dopo si capisce quali siano questi strani frutti. Sono i corpi dei neri vittime di linciaggio, che penzolano dagli alberi e macchiano le foglie e le radici di sangue.

Durante gli anni bui della segregazione razziale, dopo l’abolizione dello schiavismo e dell’Era della Ricostruzione, si stima che vennero linciate circa 4000 persone, quasi tutti afroamericani. Non sempre c’era un delitto o un crimine dietro questo atroce gesto, a volte venivano massacrati per divertimento, per far sì che abbassassero la testa, per rivendicare la propria supremazia.

La canzone fu a lungo ostracizzata da molte radio statunitensi e la stessa Holiday fu cacciata dai locali del sud del paese non appena provava a intonare le prime strazianti strofe.

Korn – Thoughtless

I Korn non rientrano tra i miei gusti musicali, ma questa canzone mi ha sempre colpito dal profondo. Forse perché parla di un evento a noi contemporaneo che ha in un certo senso sconvolto generazioni intere. Thoughtless è infatti un brano sul terribile massacro della Columbine High School, la strage avvenuta nel 1999 per mano di due studenti della scuola. Le vittime furono 15, inclusi i due assalitori, e i feriti 24. Il testo è un turbine di emozioni, falla frustrazione all’odio puro, dalla depressione alla rabbia crescente.

Why are you trying to make fun of me?
You think it’s funny?
What the fuck you think it’s doing to me?

E poi quelle strofe terribili, quando l’assalitore dice che tutti i suoi amici sono morti, hanno urlato e pianto. Esattamente come nelle sue fantasie, quando si sentiva da meno, quando si sentiva abusato e preso in giro e premeva il grilletto.

And I’ll pull the trigger
And you’re down, down, down

Bruce Springsteen – The Rising

The Rising è un singolo del boss più famoso della musica statunitense dedicata al tragico attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, data che nessuno di noi potrà mai dimenticare.

Il brano è narrato dal punto di vista di un vigile del fuoco che si avventura tra le macerie del World Trade Center per salvare vite umane. Nelle prime strofe si capisce come non veda nulla davanti a sé, con la vista annebbiata dalla polvere e dal fumo.

Le strofe successive, invece, sono un inno al rialzarsi dopo una la tragedia, all’unirsi tutti insieme e tornare più forti di prima.

Come on up for the rising

Fabrizio De André – Fiume Sand Creek

Concludo la lista con una canzone italiana, del mio cantautore preferito. A dire il vero, questa credo sia la canzone di Faber che amo di più. Il fatto narrato è, come suggerisce il titolo, il massacro di Sand Creek. Il 29 novembre del 1864, un accampamento di nativi americani Cheyenne e Arapaho, situato appunto sulle sponde del fiume Big Sandy Creek, venne attaccato dalle milizie statunitensi.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

In quel momento, nell’accampamento si trovavano principalmente uomini disarmati, donne e bambini che vennero uccisi e mutilati senza pietà. Una delle vicende più cupe della storia americana, tanto che l’Esercito statunitense stesso criticà l’operazione, sebbene non condannò mai i responsabili. Il brano è narrato proprio da uno dei più piccoli, sopravvissuto al massacro e testimone dell’orrore. La splendida canzone si conclude forse con la frase più crudele di tutte, l’unica cantata in terza persona.

Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek

Ho creato anche una playlist su Spotify con queste canzoni, magari poi ne aggiungerò altro sempre a tema.

24 pensieri su “10 canzoni che raccontano la storia degli Stati Uniti

  1. Elena ha detto:

    Ho apprezzato moltissimo questa tua playlist ed i tuoi consigli musicali… Alcuni brani non li conoscevo, quindi approfitterò di questo piovosissimo pomeriggio casalingo per riascoltare ottima musica e soprattutto per conoscerne di nuova!

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  2. antomaio65 ha detto:

    Bellissima questa tua playlist di canzoni che hanno fatto la storia dell’America. Nel mio viaggio nel Sud degli Usa ho avuto modo di capire bene la “questione razziale” e riascoltare il testo (sì, l’ho appena riascoltato) di Strange Fruit mi ha fatto venire i brividi.

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  3. lisatrevaligie ha detto:

    Una selezione davvero pazzesca. Hai gusti da intenditrice. Io adoro Hiurricane, di Bob Dylan, e credo sia quella che più rispecchi il mio stato d’animo attuale. Quasi quasi metto le cuffie e mi rilasso un pò…

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  4. Ilaria Fenato ha detto:

    Alcune non le conoscevo quindi mi ha fatto piacere leggere e prendere spunto!! Non conoscevo neanche il dettaglio sbagliato della canzone degli U2. Sono un po’ una pippa in tema musicale, nel senso che conosco solo quello che mi piace 😂 Devo rimediare!

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  5. Daniela - The DAZ box ha detto:

    Mamma mia Giulia che post hai sfoderato questa settimana! Brani storici, alcuni dei quali, a mio modestissimo parere, tra i più significativi del secolo scorso. Davvero bellissima questa playlist, da ascoltare in auto se si viaggia on the road, ma anche a casa, per partire anche solo virtualmente!

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  6. Hartine Benussi ha detto:

    Che interessante … avevamo fatto una specie di ricerca delle canzoni americane collegate con i luoghi storici e in alcuni musei di New York ci sono questi collegamenti … il tuo racconto è affascinante. Complimenti!

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  7. Pietrolley ha detto:

    Un pò triste da dire, ma ne conosco solo una 😀 Pride!
    Le altre non le ho presenti, neanche quella dei KoRn che comunque sono andato pure a vederli live 11 anni fa!
    Vabbè, arricchirò il bagaglio musicale 😉

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