Una giornata a Campo Imperatore e i suoi dintorni. Tra trekking, borghi, castelli e buona cucina abruzzese.
Mattina di trekking a Campo Imperatore
L’altopiano di Campo Imperatore è senza dubbio uno dei posti più belli che abbia mai visto. Una volta raggiunte le infinite distese, brulicanti di mucche al pascolo controllate a vista dai cani pastore, sembra quasi di trovarsi su un altro pianeta. L’altitudine, siamo a circa 1800 metri, aiuta a creare un’atmosfera quasi ovattata, che trasporta direttamente in un’altra dimensione.

L’altopiano si estende per circa 18km ed è uno dei più vasti d’Italia. Soprannominato Il Piccolo Tibet dall’alpinista Fosco Maraini per via dei suoi campi infiniti e delle alte cime che circondano le valli, Campo Imperatore è un territorio brullo e a tratti quasi deserto, sia per via del disboscamento sia per l’altitudine. Nonostante ciò, in estate qui si trovano le mandrie di bovini e gregge di ovini al pascolo, che cercano un po’ di refrigerio dalle alte temperature. In passato, questo meraviglioso altopiano era una tappa del lungo percorso della transumanza, la migrazione stagionale del bestiame, dai luoghi più freschi in estate a quelli più temperati nei rigidi inverni montani. Proprio come narrava Gabriele D’Annunzio:
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Gabriele D’Annunzio – Transumanza
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Non solo letteratura. L’altopiano di Campo Imperatore ha fatto anche delle comparsate al cinema e in televisione, interpretando a volte il Far West americano come in …continuavano a chiamarlo Trinità con Bud Spencer e Terence Hill e un luogo brullo e sperduto come il deserto dei Tartari nel film omonimo con Vittorio Gassman.
La presenza delle attività umane sull’altopiano, oltre alla già citata pastorizia, è limitata. Nonostante ciò, ci sono alcuni luoghi d’interesse da vedere, soprattutto nei pressi del percorso di trekking più conosciuto, quello verso il rifugio Duca degli Abruzzi. Una volta arrivati nel piazzale con l’enorme parcheggio ci sono due luoghi da non perdere, entrambi unici nel proprio genere.
La Chiesa della Madonna della Neve è un piccola cappella in stile razionalista, con all’interno un’immagine di Maria con una palla di neve in mano. Ha il primato di edificio religioso consacrato più alto d’Italia. Accanto alla chiesetta, si trova l’Albergo di Campo Imperatore, con la sua facciata rosso sangue, oggi chiuso e in fase di ristrutturazione. L’hotel è famoso per esser stato il luogo di prigionia di Benito Mussolini per poco meno di un mese nel 1943. Il dittatore venne liberato dai soldati nazisti in un blitz che non venne ostacolato dalle totalmente impreparate forze armate italiane, che credevano il Gran Sasso fosse un luogo sicuro e inespugnabile.

Inoltre, nella tarda mattinata il piazzale si riempie di stand dove poter gustare prodotti locali e cibo da strada, come i famosi arrosticini di pecora abruzzesi, insieme a degli ottimi formaggi freschi e stagionati.
Dal parcheggio, si può partire con la salita al Monte Portella, dove si trova il rifugio Duca degli Abruzzi, dedicato al duca e alpinista Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, posizionato a 2388 metri s.l.m. e accessibile solo a piedi.
Percorso: circa 3km
Dislivello: 250m
Livello di difficoltà: facile, ma il terreno è irregolare quindi non salire in scarpe da ginnastica o altre calzature non adatte.

Dal rifugio Duca degli Abruzzi si può continuare per altri percorsi, con varia lunghezza e difficoltà, come la salita sul Corno Grande, la cima più alta del massiccio che sfiora i 3000 metri d’altitudine, l’anello di Campo Pericoli o il Sentiero del Centenario.
Chi invece non ha dimestichezza con le escursioni in montagna, può prendere la Funivia del Gran Sasso d’Italia, che collega l’altopiano con la località turistica di Fonte Cerreto. Il viaggio dura circa 7 minuti, con 1000 metri di dislivello e 33% di pendanza. Un’esperienza unica da provare in uno dei luoghi più scenografici d’Italia.
Perché andare proprio di mattina? Per avere tutta la giornata a disposizione anche nei periodi più freddi e per godersi, se il tempo lo permette, uno spettacolo unico e suggestivo. Il mare di nuvole che si alza verso il cielo e avvolge pian piano il massiccio del Gran Sasso, trasportandoti direttamente in un mondo onirico, come se stessi volando.

Pranzo a Santo Stefano di Sessanio
La seconda tappa di questa giornata all’insegna dei dintorni di Campo Imperatore è Santo Stefano di Sessanio. Il borgo immerso nel Parco nazionale del Gran Sasso ha però una storia recente drammatica.
Avvicinandosi al paesino, non si possono non notare le gru e le transenne che spiccano verso l’alto. Il terremoto de L’Aquila del 2009 ha danneggiato gravamente il centro storico, distruggendo la Torre Medicea e danneggiando per sempre alcune abitazioni. Sono stati avviati dei lavori per la ristrutturazione della torre d’avvistamento del XIV secolo, ma purtroppo non sono ancora terminati. Sembra che a rallentare il restauro sia un intervento degli anni ’30 riuscito male, rovinando così uno dei simboli del paese. Speriamo possa presto tornare a splendere nei cieli d’Abruzzo.

Dopo un periodo buio, dovuto soprattutto alla privatizzazione delle terre dopo l’Unità d’Italia e la fine della transumanza, Santo Stefano di Sessanio sta pian piano vedendo la luce grazie alla tenacia degli abruzzesi che amano follemente la propria terra, al turismo interno e all’albergo diffuso, un vero e proprio hotel formato da tante strutture anche distanti tra loro. In questo caso, parliamo di abitazioni del centro medievale.
Perché fermarsi a Santo Stefano di Sessanio proprio a pranzo? Perché qui si trova uno dei ristoranti più buoni che abbia mai provato, Elisir del Poeta. I proprietari sono moglie e marito, lei ai fornelli e lui in sala, con una passione sconfinata per il cibo a chilometro zero e la cucina sana e genuina. Il loro motto è qua non si compra niente, perché ogni ingrediente è frutto del loro orto, delle loro spezie e del loro amore verso ciò che fanno. Il menù è vegetariano e fisso, consiglio vivamente di prenotare perché il locale è piccolo e ci sono pochi tavoli.
Tramonto a Rocca Calascio
Concludiamo la giornata tra Campo Imperatore e dintorni con uno dei castelli più scenografici d’Italia – e forse anche del mondo: Rocca Calascio.

La fondazione della rocca risale al XII secolo, successiva alla conquista normanna del territorio. Sembra, però, che il primo avamposto fosse addirittura d’origine romana. La fortezza faceva parte di un sistema di fortificazioni che difendevano le enormi vallate abruzzesi e i percorsi della transumanza.
Queste, però, sono zone sismiche. Come per Santo Stefano di Sessanio, anche questo luogo ha visto il suo destino segnato da un terremoto. Nel 1703 la terra tremò con violenza, distruggendo quasi interamente il castello e il borgo di Calascio. Il nucleo abitato venne ricostruito poco lontano, mentre il castello progressivamente abbandonato, fino a tramutarlo in una fortezza fantasma nel bel mezzo del Parco nazionale del Gran Sasso.
Rocca Calascio è uno dei castelli più alti d’Italia. Si trova a 1460 metri sul livello del mare con una vista a 360° tra gli altopiani di Campo Imperatore, Navelli e la Valle del Tirino. Oltre al mastio centrale, la rocca è caratterizzata dalle quattro torri che sembrano quasi uscire dalla pietra, come se fossero una parte integrante della montagna.
Rocca Calascio, così come Campo Imperatore è famosa anche per le sue comparsate in ambito cinematografico e televisivo. I due film più noti girati qui sono sicuramente Ladyhawke (la rocca è il rifugio del monaco eremita Imperius), Il nome della rosa e Amici miei – Atto II di Mario Monicelli.
Vicino alla Rocca si trova la Chiesa di Santa Maria della Pietà, eretta nel 1596 in stile rinascimentale. Secondo le leggende, proprio in questo punto una feroce banda di briganti senza scrupoli fu sconfitta dalla popolazione locale, che li cacciò ristabilendo l’ordine nell’area. Molto più probabilmente, la cappella venne costruita su una già esistente edicola del Rinascimento.

Informazioni pratiche per visitare Campo Imperatore e Rocca Calascio
Si può arrivare al parcheggio del piazzale di Campo Imperatore in auto o in moto. Per entrare si paga una tariffa di 5€, independemente da quanto si resta.
Rocca Calascio, invece, è gratuita e si può visitare tutto il giorno. Consiglio di lasciare la macchina o la moto in uno dei parcheggi sulla strada – gratuiti anch’essi – e poi salire dal vecchio borgo di Calascio. Il percorso è facile e segnalato, si può fare anche con il passeggino.
E’ tutta l’estate che vedo post sull’Abruzzo. Ci avete dato dentro così tanto che è finita dritta in lista per il prossimo anno.
Un on the road di una settimana non me lo toglie nessuno. Sono proprio curioso!
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Vado spesso a Pescara, essendo mia mamma originaria dell’Abruzzo, ma non sono mai stata a Campo Imperatore (e mi vergogno a scriverlo perché è una delle “attrazioni” imperdibili per chi visita l’Abruzzo). Ci sarei dovuta andare questa estate, ma poi io e il mio fidanzato abbiamo dedicato la giornata a fare canoa lungo il fiume Tirino e a visitare Rocca Calascio, davvero splendida. Non sono mai stata neanche a Santo Stefano di Sessanio, di cui ho sentito parlare molto bene, e quel ristorante che citi mi pare davvero ottimo – mi piace il motto dei proprietari.
Grazie per queste dritte, cercherò di tenerle a mente per l’estate prossima, quando tornerò in Abruzzo.
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