Dopo avervi raccontato la capitale georgiana Tbilisi, vorrei dedicare questo post a una città che ci ha stupiti parecchio: Yerevan. Già da prima di partire, ero combattuta su cosa aspettarmi o meno dalla capitale armena. Su alcuni blog la dipingevano come un ammasso di cemento in stile sovietico, altri sconsigliavano di restarci per più di due giorni. Come ho già fatto in passato, mi sono detta “non ti curar di loro, ma guarda e passa” e ho visitato Yerevan a cuor leggero. Il risultato è stato sorprendente, non solo ci sono un sacco di cose da vedere, ma è anche una città moderna e all’avanguardia.
Siamo arrivati a Yerevan da Tbilisi verso le 17, dopo un viaggio allucinante tra guida spericolata dell’autista, nebbia e neve. Ancora rimbambiti dal tragitto, abbiamo preso un taxi e ci siamo diretti verso il nostro alloggio, una camera presso una famiglia di expat iraniani. La prima sera ci hanno subito fatto conoscere il calore e l’ospitalità tipica del loro paese, invitandoci a passare la serata con loro e altri due amici connazionali a suon di cibo iraniano e… alcol! Io non sono (più) una gran bevitrice, mi sono limitata al vino rosso e a un mojito insieme alla moglie, ma il mio compagno, il nostro host e l’altra coppia di amici sono riusciti a finire 2 bottiglie di vodka in quattro! Dopo di che, non contenti, hanno messo a letto i bambini (12 e 8 anni) e siamo usciti, rientrando alle 3 e mezza di mattina. Inutile dire che parecchi piani del giorno dopo sono totalmente saltati. Nonostante la stanchezza, il mal di testa e il freddo (eravamo a quasi 1000 metri d’altezza), in tarda mattinata siamo usciti a scoprire la capitale armena.
Purtroppo Yerevan, nonostante sia una città moderna e ben tenuta, non offre molti servizi ai turisti. Non siamo riusciti a trovare un singolo ufficio informazioni che ci desse uno straccio di mappa. Fortunatamente il mio compagno aveva acquistato una sim armena che per l’esorbitante cifra di 3 euro offriva 1 GB di internet. Almeno sapevamo come orientarci.

Una bella tazza di tè, per riprenderci dalla serata
Come punto di riferimento vi consiglio di partire da Piazza della Repubblica, una volta chiamata Piazza Lenin. L’enorme spiazzo è impressionante, sembra non finire mai. Sebbene il colore prevalente di Yerevan sia il grigio scuro, qui troverete degli edifici dai colori più chiari, quasi rosa, un contrasto veramente notevole. Al centro si trova una fontana musicale, ovviamente attiva solo d’estate. Noi, a novembre, abbiamo potuto ammirare solo le sue vasche vuote. L’edificio centrale ospita il museo di storia armena e la galleria nazionale. Yerevan pullula di musei, ce ne sono di ogni tipo. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di visitarli tutti, ma sicuramente c’è l’imbarazzo della scelta.
Imboccando la via pedonale Northen Avenue, si arriva direttamente davanti il teatro dell’Opera, anch’esso un po’ tetro e grigio, ma sicuramente d’effetto. Non lontano dal teatro, si trova l’attrazione che ho apprezzato di più a Yerevan, il complesso Cascade.
Si tratta di un enorme riproduzione dei giardini pensili di Babilonia a forma di scalinata bianca, decorato con piccole oasi verdi, fontane e persino cascate (ma, anche qui, solo d’estate!). La cosa ancora più interessante è la sua funzione: all’interno è un enorme galleria d’arte, chiamata Cafesjian Museum, una sorta di Guggenheim versione caucasica. Una volta entrati, è facile perdersi tra le opere d’arte moderna, le sculture particolari e l’architettura stessa del complesso. Salendo in cima alla scalinata, è difficile non rimanere incantati da una vista a 360° di Yerevan , sovrastata dal monte Ararat, il gigante silenzioso che osserva placidamente la capitale armena. Purtroppo quel pomeriggio c’era un po’ di foschia e pur vedendo il monte a occhio nudo, non sono riuscita a immortalarlo. Ci siamo riscattati il giorno dopo, fotografando la montagna da un monastero poco fuori città.

L’incredibile Cascade
Una volta scesi dall’enorme gradinata, vi consiglio di fare un giro nello Sculpture Park, direttamente di fronte Cascade. Questo museo a cielo aperto permette ai passanti e ai visitatori di ammirare una vasta collezione di opere di scultori famosi (tra cui il colombiano Botero, famoso per le sue linee “morbide”), totalmente gratis. Un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’arte!

Una scultura di Botero
Non lontano da Piazza della Repubblica, si trova la Moschea Blu, un gioiellino d’arte islamica. I colori e le decorazioni sono bellissime, le mattonelle poste sul tetto sembrano quasi due occhi dall’aspetto guardingo, impossibile non restarne affascinati.
Come ho scritto anche su Facebook, abbiamo concluso il nostro intermezzo a Yerevan con un tour nella distilleria di brandy “Noy”. Inizialmente eravamo propensi per visitare la più famosa “Ararat”, ma ci hanno chiesto ben 20 euro a persona per degustare due tipi di brandy invecchiati 10 e 20 anni, mentre “Noy” per ben tre degustazioni (due brandy e un vino del 1930!) diverse chiedeva solo 7 euro. Inutile dire dove è ricaduta la nostra scelta. Il tour è molto interessante, anche per i profani del brandy come me. Pensavo mi sarei annoiata, invece ne è valsa decisamente la pena.

Il monte Ararat fotografato da Khor Virap
Vi consiglio altri due luoghi leggermente fuori città, in caso aveste più tempo a disposizione: la fortezza di Erebuni, risalente a quasi 3000 anni fa (!) e il Museo del Genocidio Armeno, una delle pagine più tristi del ‘900.
Spero vi sia piaciuto questo viaggio virtuale a Yerevan.
Vi lascio con la consueta domanda finale: avete mai visitato una città (quasi) totalmente grigia? Aspetto i vostri racconti!
Leggendo il tuo articolo sembra quasi tutto fuorché ammasso di cemento! Da visitare👍🏻
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Vero, è una città molto particolare! Un saluto!
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Abbracci
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Grazie per il tuo articolo! Una bella visita, attraverso la tua descrizione, di una città che non conosco per nulla! Buona serata!
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Grazie mille, buona giornata a te!
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Tutt’altro che un ammasso di cemento, a vedere dalla tue foto! Una mia amica è stata a Yerevan e in altri posti dell’Armenia di cui non ricordo i nomi, e ne è tornata entusiasta.
Mi piacerebbe poter “copiare” questo tuo viaggio, prima o poi 🙂
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L’Armenia è favolosa, sembra quasi un luogo senza tempo. Beh, in tal caso mi aggrego anch’io, non c’è due senza tre 😀 un abbraccio, buona domenica!
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Ma alla fine lo era un ammasso di cemento Soviet style? No perchè a me invece piace molto quel rigore 🙂 Impressionante la Cascade! E le opere gratis all’aperto sono come dici tu un gran richiamo per gli amanti dell’arte. Fantastica la vista dell’Ararat *_*
Spero che tutto quell’alcol sia servito a far “dimenticare” il conto dell’alloggio alla famiglia iraniana 😛
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Ahah poverini, alla fine ci hanno chiesto una cifra talmente irrisoria. E sì che abbiamo mangiato e bevuto con loro per tre giorni! Secondo me ci hanno rimesso, soprattutto per colpa dello stomaco infinito del mio compagno! Anche a me piace il rigore sovietico, ma entro certi limiti, un po’ come l’architettura del ventennio fascista: bella solo se presa a piccole dosi 😀 Un saluto cara!
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Bastaaaaaaa….. devo ancora metabolizzare Tbilisi e tu ora mi fai venire il pallino di Yerevan…… abbi pietà di me!!!!!!!
Non riesco a starti dietro!!!!!!!! 😦
Ma vorrei tanto, sai??? 🙂
Che posti interessanti e affascinanti!!!!!!!!
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Ahah io ho più pallini della zebra a pois, quindi ti capisco perfettamente! 😀
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Un viaggio virtuale in una città di cui non conoscevo neanche l’esistenza! Grazie 😄
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Sono contenta ti sia piaciuta! Io vorrei tornarci!
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Ciao Giulia
sbirciando i tuoi post mi sono resa conto che abbiamo viaggiato nelle due parti estreme dell’Europa Io più ovest tu più est. Credo che leggerò tutti i tuoi post per convincermi a seguire altre strade …. a presto esther
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Se servono consigli sull’Est Europa chiedi pure 🙂
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