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Street art a Tor Marancia: il progetto Big City Life di Roma

Il progetto di riqualificazione urbana della capitale romana ha finalmente toccato anche una delle sue borgate storiche: Tor Marancia. Oggi, grazie all’aiuto di artisti di strada da tutto il mondo, tantissime persone vengono giornalmente a visitare questo quartiere e ad ammirare la street art di Tor Marancia.

Fino a qualche anno fa, Tor Marancia non era proprio un quartiere ambito. Questa zona, incastrata tra l’ex Fiera di Roma e il Parco della Caffarella, è sempre stata storicamente disagiata e non godeva certamente di una buona nomea. Durante il fascismo, qui le persone vivevano in condizioni di degrado, tra baracche pericolanti, allagamenti frequenti e servizi primari totalmente inesistenti. Nel secondo dopoguerra, invece, iniziò la costruzione di case popolari, che per quanto oggi ci regalino un fascino d’altri tempi, rimangono sempre abitazioni con una serie di problematiche non trascurabili

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Murales a Tor Marancia

Dal 2015, però, Tor Marancia ha fatto un vero e proprio salto di qualità, arrivando persino ad attirare turisti stranieri e appassionati d’arte. Il progetto Big City Life ha coinvolto diversi artisti di strada romani e internazionali, dipingendo stupefacenti opere d’arte sulle facciate del complesso di case popolari di via di Tor Marancia 63. Da storica borgata con numerosi problemi, Tor Marancia è diventata un centro d’arte urbana non indifferente nel panorama romano.

Purtroppo non sono riuscita a fotografare tutti i murales, non volevo disturbare le famiglie al parco o i ragazzi che giocavano a pallone. Ne ho selezionati alcuni, i miei preferiti.

“Il bambino redentore” di Seth

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“Il bambino redentore”

Questo è uno dei più famosi, visibile anche dalla strada. Nel murales vi è ritratto un bambino di spalle, che guarda l’orizzonte su una scala colorata. Sembra che l’opera sia stata ispirata dalla vicenda di Luca, bambino nato e cresciuto a Tor Marancia, morto tragicamente mentre giocava a pallone con i suoi amici. Inizialmente credevo fosse un disegno più spensierato, mentre ora sapendo il risvolto drammatico ci vedo quasi una nostalgia non proprio velata.

“Il peso della storia” di Jaz

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I due lottatori di Jaz

Anche qui, il significato non è come sembra. Questo murales ritrae due lottatori, uno argentino come l’autore e l’altro italiano. I due uomini, in questa posizione, rappresentato proprio il forte legame che c’è tra i due paesi, quasi l’uno sia sostegno e allo stesso tempo fardello dell’altro.

“Hic Sunt Adamantes” di Diamond

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Stile liberty, davvero originale

Il murales di Diamond mi ha colpito molto per il suo stile art nouveau, sembra quasi una stampa del ceco Mucha. Il drago in stile cinese raffigurato sotto la figura femminile è un richiamo al soprannome storico della zona: Tor Marancia era infatti conosciuta come “Shanghai”, per via dei suoi numerosi allagamenti.
Questo è sicuramente uno dei miei preferiti, adoro l’atmosfera liberty, non certamente comune tra le opere urbane.

“Humanity Constellation” di Philippe Baudelocque

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La mano stellata

Un’enorme mano decorata con delle costellazioni stilizzate su uno sfondo nero. Quest’opera dell’artista francese Philippe Baudelocque è un chiaro richiamo all’universo e alle moltitudini di uomini che abitano il nostro pianeta. Chissà cosa intendeva esattamente l’autore, magari ricordarci come siamo piccoli rispetto al mondo celeste? Chissà!

“Rinnovamento, Maturità” di Gaia

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Particolare, ricorda molto De Chirico

L’autore di questo murales, al secolo Andrew Pisacane, è stato definito da Forbes come uno dei più influenti street artists statunitensi. Effettivamente quest’opera è di una bellezza sconvolgente, richiama quasi le forme di Giorgio de Chirico. Il busto, invece, ricorda quasi una delle teste dello Stadio dei Marmi e richiama molto probabilmente il periodo storico della nascita di Tor Marancia: fu edificata, infatti, a seguito degli sventramenti di Roma voluti da Mussolini per realizzare alcune sue opere, tra cui Via della Conciliazione.

“Assolo” di Danilo Bucchi

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“Assolo”

Uno schizzo, un volto abbozzato su un foglio bianco. Ecco l’opera dell’artista romano Danilo Bucchi, che colpisce subito per la sua complessa semplicità.

“Il Ponentino” di Pantonio

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Sembrano quasi in movimento

L’artista portoghese Pantonio ha voluto immortale sui muri romani una moltitudine di creature marine, che si muovono in maniera fluida tra le finestre del palazzo. Visto dal vivo è molto suggestivo e di impatto, sembra quasi i pesci nuotino veramente!

“Distanza Uomo Natura” di Jerico

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Le due dita quasi in contatto

Dopo De Chirico, troviamo un altro richiamo artistico: due dita che si sfiorano, esattamente come Dio e Adamo nella famosa opera di Michelangelo. Vista l’ambientazione floreale, probabilmente le due dita rappresentano l’uomo e la natura, in eterno contatto ma allo stesso tempo sempre distanti.

“Talking like a Waterfall” di SotOne

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Per SotOne noi romani litighiamo così!

La genesi di quest’opera è singolare. L’artista tedesco ha infatti voluto rappresentare una lite di quartiere. Per questo le forme sono spigolose e frettolose, nonostante i colori siano allegri e forti. SotOne ha tradotto in pittura l’animata litigata all’italiana, con urla, gesti ed espressioni colorite. Originale!

“Natura Morta” di Reka

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Gli immancabili panni stesi

Un murales ispirato alle opere di Pablo Picasso. Mi piace soprattutto il contrasto con i panni stesi fuori, fanno molto italiana rustica e popolare.

“Io sarò” Van Helten

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Il bambino dallo sguardo fermo e triste

L’artista olandese ha voluto ritrarre il volto di un bambino, dallo sguardo profondo e anche un po’ malinconico. Sembra quasi un bambino d’altri tempi, un abitante della borgata che ha visto la zona mutare completamente in poco più di 100 anni.

“Piramide” di Best Ever

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L’abbraccio

Un abbraccio romantico e visto che siamo a Roma direi anche multietnico. Il fatto che il volto della donna sia visibile mentre quello dell’uomo sia stilizzato mi ricorda un po’ Klimt e le sue figure femminili sempre bellissime e affascinanti.

“Welcome to Shanghai” di Caratoes

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Welcome to Shanghai!

…e infine “Welcome to Shanghai“, lo storico soprannome della borgata Tor Marancia. La maschera cinese dai quattro occhi tiene in mano una lupa, simbolo di Roma. Un chiaro richiamo al collegamento Tor Marancia-Shanghai ma anche tra Oriente e Occidente.

Spero vi sia piaciuto questo viaggio nella street art romana! Quale opera vi ha colpito di più?

23 pensieri su “Street art a Tor Marancia: il progetto Big City Life di Roma

  1. Alessia ha detto:

    Bello questo progetto, Big City Life. Anche la zona di Primavalle è stata interessata da opere di street art meravigliose. Mi piacciono tutti lavori di Tor Marancia, soprattutto ora che ne hai svelato la storia, ma trovo particolarmente potente Io Sarò di Van Helten. Quel bambino sembra uscito da un romanzo di Pasolini…

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  2. fleurerose ha detto:

    Bellissimi! Proprio ieri alla “Galleria d’arte moderna” di via Crispi, stavo vedendo le foto dello sgombero dei baraccati di Tor Marancia negli anni cinquanta. Quante cose sono cambiate… Nel volto di quelle persone si leggeva l’atmosfera di quegli anni. Oggi è diventato un quartiere di tendenza. Questo dimostra quanto l’architettura sia viva, s’intersechi e “respiri” insieme alla vita delle persone.

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  3. Katja ha detto:

    Ma che meraviglia questi murales: sono tutti bellissimi! La street art rende davvero tutto più bello e sono contenta che i vari enti cerchino di sfruttare l’arte per valorizzare zone della città non tanto belle! Anche Trento, dove vivo, si sta muovendo in questo senso.

    Quelli che adoro di più del tuo post? Quello in Stile Liberty e il bambino di spalle!

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  4. anna ha detto:

    Ma che belli questi murales, mi hai portata dritta dritta verso una Roma che non conoscevo e che non avrei mai pensato esistesse. Bellissima. Pensa se tutte le città avessero angoi così, colorati e artistici, l’Italia sarebbe ancor più affascinante.

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  5. Rivogliolabarbie ha detto:

    Senza alcun dubbio voto i murales di Diamond e Van Helten, ti rapiscono lo sguardo! Apprezzo molto quando quartieri periferici come Tor Marancia vengono scelti per queste iniziative di rinnovamento urbano (se così vogliamo chiamarlo – non saprei come definirlo altrimenti): Roma è senza alcun dubbio una città di infinita bellezza ma non si deve limitare solo ed esclusivamente al suo centro storico (che poi, come definire il centro di Roma?) 😅

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  6. raffigarofalo ha detto:

    Sono affascinata dai murales. Trovo che i progetti di riqualificazione che contemplino anche l’arte siano a cosa meglio pensata e riuscita dei nostri tempi. Ogni volta che visito una città cerco sempre di andare a visitare anche le aree dove si trovano i murales. Questa non la conoscevo. Farò di tutto per colmare questa lacuna il prossimo viaggio a Roma che farò. Grazie di averlo condiviso.

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  7. Paola ha detto:

    Al comprensorio di Tor Marancia gli artisti hanno coinvolto la comunità locale nella trasformazione della borgata. Un capolavoro!
    Il mio murale preferito è quello di Jerico, che dipinge la distanza tra l’uomo e la natura.

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