tenuan chiloé

Disavventure a Chiloé

Era davvero tanto che non pubblicavo una delle mie solite disavventure. Per un po’ ho pensato “Sia mai che finalmente il mio karma ha smesso di attirare sfighe in viaggio” e invece no, la rocambolesca avventura ha deciso di saltare a piè gli ultimi viaggi e di arrivare inaspettata in Cile, in quel magico arcipelago che è Chiloé.

Inizio a fare mea culpa: stavolta la disavventura me la sono un po’ cercata. Più che altro, la mia testardaggine infinita e irremovibile mi ha portato alla serie di sfortunati eventi che ora vi narrerò.

Vi avevo raccontato delle chiese in legno di Chiloé, giusto? Ecco, si dà il caso che io, spulciando le foto su internet, mi sia innamorata di uno degli edifici religiosi più remoti dell’isola, posto in una sorta di penisola completamente circondata dalla natura selvaggia. Per farvi capire, Ancud e Castro sono le città principali e io volevo andare esattamente qui:

chiloè tenaun

Sempre cosa fattibili e facili, vero?

Normalmente mi piace leggere sul divano con un bicchiere di vino rosso, ma in viaggio mi trasformo in una sorta di Dora l’Esploratrice e sono pronta anche a camminare per ore sotto il sole o prendere tutti i mezzi pubblici possibili e immaginabili. Avevo letto qualche informazione su internet in spagnolo su come raggiungere la Chiesa di Tenaún, la mia destinazione del cuore. Sembrava un viaggio un po’ lungo e difficile ma niente lasciava presagire ciò che sarebbe successo.

dora esploratrice

Io in viaggio, più o meno

La maggior parte dei minibus interni nell’arcipelago di Chiloé parte da Castro, il capoluogo della provincia. Io, invece, soggiornavo ad Ancud, a quasi due ore di distanza. La domenica, approfittando della giornata libera dal lavoro, mi reco a Castro in mattinata felice come una Pasqua, già pregustandomi una visita alla meravigliosa Chiesa di Tenaún. Dopo un’immancabile empanada a pranzo, mi incammino per la stazione dei minibus interni di Castro e lì trovo il caos. Non esistono orari né biglietteria, tutto si svolge in maniera piuttosto casuale e nessuno sembra sapere la minima informazione. Dopo aver chiesto persino alla signora che puliva i bagni, arriva la prima cattiva notizia: la domenica non partono bus interni per Tenaún, solo uno la mattina presto (ormai perso) o la sera tardi ma solo andata. Con la coda tra le gambe, torno ad Ancud maledicendomi per la mia disorganizzazione.

tenaun orari

Gli orari che ho fotografato che però secondo un autista sono “sbagliati”, ma allora perché esporli?

Dopo aver consultato gli orari del lunedì, il giorno dopo torno nuovamente a Castro da Ancud, stavolta ancora più carica e gasata. Arrivo in stazione dopo l’immancabile empanada e mi becco un’altra mazzata immaginaria: ho fotografato gli orari del bus sbagliato. Dopo un bel respiro, controllo il foglio A4 appeso in stazione e scopro di dover aspettare un’oretta prima del prossimo furgoncini. Ok, un’oretta se po’ fa’, ho il mio fido Kindle, posso sopravvivere. Nel mentre, decido di spararmi anche una bustina di arachidi caramellate sul momento, tanto per non farci mancare niente.

Finalmente arriva il minibus, mi piazzo in prima fila e cerco di godermi il viaggio. Beh, non è stato proprio un piacere. Sovraffolato, pieno di pacchi dal contenuto misterioso che continuavano a cadere sui passeggeri, senza aria condizionata e surriscaldato dai 30 gradi abbondanti dell’esterno. A un certo punto, il conducente ha pure investito un cane spuntato all’improvviso dal nulla. Non temete, il cane non si è fatto niente, solo un grande spavento per l’animale e per noi passeggeri – io penso di aver urlato tutto il fiato che avevo in corpo – e una pasticca dei freni da sostituire per il minibus. Dopo queste DUE ORE – ripeto DUE ORE – adrenaliniche, arriviamo finalmente a Tenaún e ho modo di ammirare la splendida chiesa tanto sognata tra le pagine di Google Immagini.

tenuan chiloé

…però il paesaggio era splendido

Appena arrivata, guardo l’ora: le 16:55. Chiedo all’autista: “Scusa, ma il prossimo autobus per Castro non è alle 17?”
“Sì, tra 5 minuti”
Panico. “Ed è l’ultimo?”
“Sì”
Doppio panico.
Ebbene sì, avevo solo cinque minuti per visitare la mia tanto bramata chiesa che ovviamente… era chiusa per riposo settimanale! Una chiesa. Chiusa. Non riuscivo a credere ai miei occhi, il karma disavventuroso colpisce sempre quando meno te l’aspetti. Scatto qualche foto alla maestosa facciata, faccio una breve sosta bagno in un negozio di souvenir e salgo nuovamente nel minibus, pronta per altre due ore di viaggio.

Le due ore scorrono esattamente come le precedenti: calde, umide, piene di pacchi sempre più misteriosi, ma fortunatamente senza cani dagli istinti suicidi. Arriviamo a Castro che sono ormai le 19. Mentre ci troviamo bloccati in un ingorgo degno di Roma, sento uno strano movimento interno. Dovete sapere che io in viaggio soffro perennemente della Maledizione di Montezuma, mi succede praticamente sempre e ormai ho imparato a conviverci e a portarmi sempre dietro l’Imodium. Beh, tranne quando succede in mezzo al traffico. Inizio a sudare freddo e a tremare, non so se riuscirò ad arrivare in tempo in stazione. Dopo qualche minuto di puro panico, fortunatamente senza incidenti, raggiungo il bagno della stazione, piena di fazzoletti, della versione cilena dell’Amuchina e di santa pazienza.

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La disavventura fortunatamente finisce qui. Sono riuscita a prendere il bus per Ancud e a tornare casa più o meno incolume. Lo “sbatti” è stato notevole, ma lo rifarei più che volentieri, ne è valsa davvero la pena!

Avete mai viaggiato per ore e ore pur di visitare un piccolo particolare? Raccontatemi le vostre disavventure!

24 pensieri su “Disavventure a Chiloé

  1. NonPuòEssereVero ha detto:

    La chiesa però è bellissima. E se ti consola io ho fatto un piano sbagliato l’anno scorso, quando mi ero impuntata per andare a vedere una riserva sotto il sole cocente di Agosto senza però informarmi bene prima 😀

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  2. Silvia - The Food Traveler ha detto:

    La facciata della chiesa è bellissima, per cui secondo me è valsa assolutamente la pena nonostante il viaggio massacrante! Oddio, il “movimento” intestinale in mezzo al traffico dev’essere stato da panico – ti capisco perché anche io porto sempre con me l’Imodium a scopo preventivo: normalmente non mi serve mai tranne quando lo dimentico 😱

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  3. anna ha detto:

    Beh, immagino che questa foto della chiesa color blu cielo sia una foto molto molto preziosa per te, piu che altro per la fatica che hai fatto! Ore e ore di bus, fra pacchi sconosciuti e folla e poi .. montzuma che ti accompagna! Ma alla fine per fortuna che era chiusa, altrimenti avresti anche perso l’ultimo bus delle 17. Questo è il bello del viaggio.. sempre una grande sorpresa, in tutti i sensi

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  4. Claudia ha detto:

    Ti capisco, anche noi facciamo cose “insensate” per altri esseri umani, tipo deviare dal percorso originale per centinaia di km solo per trovare, nel nostro caso una leggendaria cassetta delle lettere davanti all’area 51 in Nevada, farci la foto per poi tornare sulla strada iniziale…. Ma sai che soddisfazione quella foto? Come la tua chiesa….

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  5. Silvia ha detto:

    mi è un piaciuto molto leggere il tuo racconto eheh 🙂 nonostante per te non sia stato molto bello. In compenso la chiesa è veramente stupenda e ti invidio per averla vista 🙂

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  6. Giulia | Little Miss Spaghetti ha detto:

    Mi fa morire il tuo modo di scrivere e di raccontare le cose! Bello , scorrevole e divertente! Dai capisco gli inconvenienti e sbatti pazzesco coi bus e problemi fisici pero’ ne e valsa la pena 🙂

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  7. Noemi ha detto:

    Io ti capisco perfettamente. Quando mi metto in testa di andare a visitare un posto, non mi ferma nessuno. Mi piacciono gli articoli come il tuo. Si sente il cuore e il… karma 😉

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  8. Martina Bressan ha detto:

    Queste sono le “disavventure” che poi è bello raccontare a tutte le generazioni future! Comunque la facciata della chiesa è stupenda, un blu che colpisce… penso che nonostante tutte le disavventure ne sia valsa la pena, almeno per scattare questa bellissima foto della facciata esterna..

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  9. Federica ha detto:

    io le chiese dell’isola di Chiloè le avevo viste con un’escursione: mi ero interrogata parecchio se fare l’escursione turistica classica o scegliere di raggiungerle con i vari bus… ora che ho letto il tuo post mi sento di aver fatto la scelta giusta 🙂

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  10. Sandra ha detto:

    Non posso ancora svelarti nulla, ma anche in Vietnam ho fatto follie per vedere un posto e poi…. poi te lo racconto! per la maledizione, sappi che mi ha colpito a due ore di macchina da Shangai e ancora oggi non so come sono arrivata al bagno… terribile quando senti quel brivido gelato lungo la schiena e la pancia che si ribalta!

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