Vivere in una città come Budapest significa scoprire ogni giorni nuovi luoghi interessanti e degni di una visita. Se amate la storia e vi piace scoprire i luoghi insoliti di una città non perdetevi l’Ospedale nella roccia, il bunker-museo situato proprio sotto il famoso Castello di Buda.
Avevo già menzionato il museo nel mio post sulle curiosità sull’Ungheria dall’A alla Z, proprio alla lettera O. L’Ospedale nella roccia (Sziklakórház in ungherese) è un sito sotterraneo scavato all’interno della collina, proprio sotto al celebre castello di Buda. Grazie alla sua posizione strategica, durante la Seconda guerra mondiale le autorità cittadine decisero di convertire quest’enorme spazio, precedentemente utilizzato come cantina, in un ospedale.

Storia dell’Ospedale nella Roccia
Il Castello di Buda sorge sopra una collina che sovrasta la città. All suo interno, si trovano più di 10km di grotte e cunicoli, in passato utilizzati prevalentemente come magazzini o persino come prigioni nei secoli precedenti. Durante la Seconda guerra mondiale, il sindaco della capitale decise di costruire una clinica di emergenza proprio in uno di questi labirinti sotterranei, che fornivano una protezione naturale contro bombe sganciate dagli aerei. Nel 1944, finalmente l’Ospedale nella Roccia venne inagurato, un luogo dove curare civili e militari feriti durante il sanguinoso assedio di Budapest nel (dal 29 dicembre 1944 al 13 febbraio 1945).
Sebbene i dottori avessero delle capacità e qualifiche eccezionali, le condizioni non erano le migliori. Spesso mancavano gli strumenti e bisogna riciclarle dai caduti, previa sterilizzazione. L’ospedale era dotato di generatore ma veniva spesso a mancare la corrente e persino i beni di prima necessità come cibo. Il bunker medico era un po’ un luogo franco, dove venivano curati sia ungheresi sia soldati tedeschi, sebbene gli ultimi si trovassero in aree riservate.
Dopo la fine dell’assedio e della Seconda guerra mondiale, l’Ospedale nella Roccia rimase un luogo segreto e sigillato, dove venivano prodotti vaccini contro il tifo solitamente spediti in altri paesi del blocco comunista come la Yugoslavia.
Nell’ottobre del 1956 scoppiò la rivoluzione ungherese contro il regime sovietico. Nonostante molte delle attrezzature mediche fossero state portate via dopo il grande conflitto, la clinica d’emergenza tornò subito a funzionare curando i civili feriti spesso con mezzi di fortuna. Fallita la rivoluzione ed entrati nel pieno della Guerra fredda, l’ospedale continuò la sua funzione medica, servendo più che altro come luogo di preparazioni per medici in caso di un eventuale attacco chimico o persino nucleare.
Dopo molti anni di incuria e degrado, negli anni 2000 si è deciso di riaprire questo bunker inutilizzato e di convertirlo in museo per ricordare gli eventi drammatici che hanno segnato la storia di Budapest.
Visitare l’Ospedale nella Roccia
Il museo è visitabile solo tramite una visita guidata di circa un’ora, proprio per via della sua forma tortuosa e per i suoi delicati strumenti. Non ci si può avventurare da soli, non è sicuro e si rischia di perdersi, farsi male o danneggiare alcuni reperti storici. Purtroppo non si possono fare foto all’interno, ecco perché tutte le immagini di questo articolo sono prese da internet. La visita inizia con la proiezione di un breve filmato introduttivo, con immagini vere girate in quei sanguinosi 80 giorni d’assedio. Una volta terminata la proiezione, un silenzio rispettoso è quasi d’obbligo.

L’Ospedale nella Roccia è completamente senza finestre, ma fortunatamente arieggiato grazie a un sistema di aerazione ancora in uso. Il tour guidato si snoda tra le sale utilizzate per i pazienti e per le operazioni, raccontando come si svolgevano le cure mediche durante i drammatici tempi della Seconda guerra mondiale. La struttura era ben rifornita e gli strumenti usati erano persino all’avanguardia per l’epoca. Quello che mancava purtroppo, era lo spazio. L’ospedale arrivava ad accogliere anche 600-700 pazienti, in uno spazio relativamente ridotto. Le condizioni erano veramente tremende: i letti a castello venivano uniti per farci stare anche tre o quattro persone, mentre altri si trovavano buttati per terra con solo un misero materasso ad attutire il dolore. La temperatura nelle stanze dei pazienti raggiungeva dei livelli impressionanti per via del calore umano, arrivando persino a 30-35°. Come se non bastasse, all’epoca era persino consentito fumare negli interni, penso di aver detto tutto!
La seconda della visita mostra il bunker antiatomico costruito durante la Guerra fredda e completato durante la crisi missilistica di Cuba. Qui vengono spiegate tutte le procedure dell’epoca per proteggersi da un eventuale attacco nucleare e come sopravvivere nel bunker per un determinato periodo di tempo. Nell’esposizione si vedono molti oggetti di origine sovietica all’epoca ritenuti in grado di proteggere gli abitanti del bunker dalle radiazioni nucleari. Oggi le modalità sono obsolete e non più valide. Si stima, infatti, che con la tecnologia dell’epoca gli abitanti dell’ospedale potessero sopravvivere per circa 72 ore dopo un attacco.
La visita si conclude con alcune foto sconvolgenti e dolorose di Hiroshima e Nagasaki dopo l’attacco atomico, per ricordare e sperare che non accada mai più.
Il tour guidato tra i cunicoli dell’Ospedale nella Roccia mi è piaciuto e lo consiglierei a tutti gli appassionati di storia e a chi vuole visitare un luogo insolito. La guida è stata molto informativa e in un’ora si riesce a imparare molto sulle condizioni di vita durante il secondo grande conflitto mondiale. L’unica cosa che mi ha lasciata perplessa sono le numerose statue di cera presenti nell’ospedale, rappresentanti dottori, infermieri, pazienti e soldati. Sono molto dettagliate, ma a volte sembra quasi siano lì per goliardia, hanno un aspetto grottesco. Addirittura ne ho vista una al bagno, seduta sul water, mentre si sforzava ad andare di corpo. Non so, non mi hanno convinto.

Consiglio: in caso non fosse inverno, portatevi un giacchetto o un maglioncino, la temperatura all’interno del museo si aggira intorno ai 15 gradi.
Come arrivare all’Ospedale nella Roccia
L’ospedale si trova praticamente di fronte alla chiesa di San Mattia e al Bastione dei Pescatori, sulla collina del castello di Buda. Per arrivare dal centro, prendete il minibus 16 o 16A e scendete proprio di fronte la chiesa. La fermata si chiama Szentháromság tér.
L’ingresso al museo dell’Ospedale nella Roccia viene 4000 fiorini, poco meno di 13€. Se avete meno di 26 anni, pagate esattamente la metà, 2000 fiorini.
Sì, a me piace tanto. Non si finisce mai di scoprire 🙂
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Vero 🙂
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Quando vivevo a Barcellona facevo molto la turista, soprattutto all’inizio! Ma non mi dilungo su quei bei tempi, che se no mi viene la nostalgia. Ora che mi sono trasferita a Genova, un’ancora di salvezza dalla nostalgia canaglia è stata proprio quella di viverla come una turista. Mi ha aiutato il fatto che non avendoci vissuto prima, ci sono un sacco di posti che ancora non conosco. E poi mi piace vedere l’Italia con gli occhi della turista, questo me lo ha insegnato il mio Guerriero – che come quasi tutti gli stranieri si innamorano del nostro Paese 😉
Budapest è una delle città che ho in lista per una prossima visita!
PS. hai mai pensato di scrivere per Nuok? Al momento sembra che Budapest non sia coperta…magari ti interessa! http://www.nuok.it/partecipa/
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Ma che bello Nuok, grazie mille! Appena ho tempo do un’occhiata. Se passi da Budapest fammi sapere 😉 Grazie ancora, un abbraccio!
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L’ho visitato anch’io durante un viaggio a Budapest e l’ho trovato molto interessante! L’unica cosa è che la visita mi è sembrata un pò troppo frettolosa, si procedeva in fila indiana, tutti vicini per ascoltare la guida, ma non c’era tempo di fermarsi a dare un’occhiata più nel dettaglio agli oggetti esposti e alle scene ricreate. Mi sarebbe piaciuto fermarmi ad osservare meglio, ma volevo anche sentire le spiegazioni della guida…indecisione!!!!! 🙂 🙂
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Vero, anche a me è sembrata frettolosa, però c’è da dire che eravamo un gruppo enorme, sicuramente più del minimo raccomandato (30 persone), quindi pensavo fosse quello il motivo. Peccato, perché alcuni particolari (tipo le medicine, bisturi ecc) meritavano una sosta un po’ più lunga!
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Eh le visite in siti che riguardano quel periodo storico mi affascinano tantissimo, con me sfondi una porta aperta!
Si effettivamente le statue di cera snaturano un po’ la sacralità di certi luoghi! 😦 All’inizio quando hai detto casa/coperte/ho visitato l’ospedale…ho temuto che l’avessi visitato in modalità paziente! 😀 😀
A presto! 😉
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Ahah ricoverata per troppa pigrizia 😛 Concordo, le statue di cera mi hanno lasciata un po’ perplessa, però la coppia di amici che era con noi le ha apprezzate, quindi boh…de gustibus! 🙂
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Che bell’articolo! mio fratello ha vissuto a Budapest per quasi un anno, gli è piaciuta tanto ma è troppo pigro per raccontarmi qualcosa, così a me rimane la voglia di andarci pur senza conoscerla. Il tuo blog è stato una bella scoperta, adesso posso prendere spunti preziosi 🙂
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